28.2.08

Il pitone e il chihuahua

Nel bestiario del telegiornale di ieri si è fatta notare una notizia fondamentale: in Australia un pitone di 5 metri ha pranzato col cagnetto di una famiglia, dopo aver studiato a lungo un piano infallibile.
Ora, che i pitoni mangino piccoli animali mi sembra ovvio. Che i chihuahua siano esserini minuscoli anche... Quindi non mi stupisce affatto che un pitone in libertà, affamato, abbia la brillante idea di mangiarsi il cagnino.
Quello che mi turba è il fatto che ci sia stato un servizio al telegiornale per riportare che:
1) il pitone ha ingoiato il cane vivo,
2) il suddetto rettile ha pedinato il cane per giorni prima di commettere il crimine,
3) dopo il fattaccio ci ha messo un po' a digerire e
4) è stato rimesso in libertà...
per terminare con un avvertimento ai possessori di chihuahua, casomai capitasse un pitone affamato in giro...
Non vorrei dire, ma... qualcuno ha mai visto un pitone in libertà a Torino? Abita forse insieme al coccodrillo nelle fogne o alla pantera in collina? Si è mai visto in centro mentre pedinava qualche signora con chihuahua?
Poi, che doveva fare, colpire il cane con un colpo in testa e fargli fare quattro salti in padella? Una sorta di "Ratatuille rettile", dopo il successo del topo Remy...Mi sembra normale che un pitone ingoi la sua preda viva e che questa muoia soffocata, e non ho una laurea in biologia o veterinaria. Boa e pitoni hanno questo modus operandi, guarda un po'. E di solito ci mettono del tempo a digerire, visto che non tagliano i bocconi e non masticano (qualcuno ha notato che i serpenti non hanno le mani?), 'sti maleducati.
Per giunta era canicidio premeditato e l'hanno pure lasciato andare senza un processo, pur avendo le prove della sua colpevolezza. Ma in che mondo viviamo!
Mi sorge il dubbio che mi si stia prendendo per il culo...

22.2.08

Siamo scienza, non fantascienza

Caro alieno, come al solito sono qui per darti qualche informazione utile su questo pianeta... Vabbè, diciamo su questo paese.
Può succedere che tu assista a qualche lite. La gente è sempre più nervosa, si scatta per un nonnulla e spesso le conseguenze sono tragiche.
Per esempio, se ti capita di vedere un pensionato che stacca un pezzo di naso a morsi ad un altro signore con cui ha litigato per un parcheggio... Beh, non è un film di zombie. E' la realtà.
Stessa cosa se, rovistando in un cassonetto, trovi il cadavere di un neonato. O se lungo l'autostrada ti imbatti in una testa mozzata. Non è il set di un film dell'orrore.
Quindi non fermarti a cercare dov'è il trucco.
Siamo in un paese in cui sembra tutto un po' surreale. Ci sono davvero un sacco di cose che non ti posso spiegare, perchè a volte non le capisco nemmeno io.
Non capisco come, ad esempio, ci siano articoli di giornale che elencano i farmaci usati per drogare e stuprare ragazze. O come sia possibile che da un anno all'altro il significato delle parole cambi. O perchè in prima pagina su un quotidiano si possano ammirare degli uomini impiccati.
Non capisco come si possa voler assistere ai processi per omicidio. Come sia possibile che si stia tornando al medioevo, come sia facile far bere alle persone qualsiasi fandonia.
Com'è possibile che ci siano posti dove si rubano e si vendono organi. Come si può avere una laurea e non conoscere la propria lingua.
Come si può non avere rispetto della vita e della morte. Uccidere per uno sgarbo. Obbligare alla vita qualcuno che non ne vuole più sapere. Impedire alle persone di scegliere liberamente per la propria vita. Per il proprio corpo. Per la propria dignità.
In quest'epoca in cui possiamo arrivare alla luna, a Marte, a Giove. In cui conosciamo gli atomi, le ferite e le cure. In cui la scienza può fare davvero la differenza ed assicurare una vita migliore a tutti gli umani, noi no...
Noi scegliamo il medioevo. Ruminando a testa bassa perchè magari non ci entusiasma. Scegliamo l'ignoranza, perchè sapere comporta delle responsabilità. Preferiamo che qualcuno decida per noi, che ci si lasci in pace, che ci si riempia la testa con qualsiasi cosa pur di non guardare.
Non è un film. Questo mondo è reale.
Per cui, caro alieno, fai molta attenzione. Qui rischiamo tutti davvero...

21.2.08

Quattro uomini

Questa poesia è contenuta nella raccolta "Parole d'amore insano".

Quando si trova tutto quello che si è cercato, ma lo si trova sparso qua e là.

19.2.08

Tritì, tritost, tut tritè...

Mangiare in India può essere complicato.
Mamma mi aveva detto di alcune disavventure nei suoi viaggi precedenti. Soprattutto bisognava fare attenzione ad acqua, ghiaccio, frutta e verdura crude, come in ogni viaggio che si rispetti nei paesi orientali. Anche in hotel.
Una volta, mamma aveva mangiato un buonissimo pollo in salsa di ananas. Con molta salsa di ananas, tanto che si vedeva a stento il pollo. Mangia tu che mangio io, una volta giunta all'osso lo aveva trovato color verde palude. Forse un po' marcio. Oramai l'aveva mangiato, quindi non le era rimasto che incrociare le dita e sperare in bene.
Io, che a 10 anni non mangiavo quasi nulla che non sembrasse pasta al pesto o cotoletta impanata con patate fritte, ero già terrorizzata prima di arrivare.
Il tè, almeno quello, era sempre buono. Quasi sempre era accompagnato da fette di pane tostato e marmellate di vario genere. Quindi, per la colazione, io ero a posto.
Fin dal primo giorno, l'arduo compito di ordinare la colazione spettava a Gianni. Lui, col suo inglese piemontesizzato, riusciva sempre a farci ridere e tutto sommato anche i poveri camerieri non facevano fatica a comprendere cosa stesse dicendo quel buffo soggetto.
Quando eravamo fuori dall'hotel, io bevevo Limca (una limonata dolcissima, di un bianco impressionante), rigorosamente con la cannuccia appena scartata e facendo attenzione a non toccare la parte di bottiglietta da cui avevano tolto il tappo. Generalmente era ricoperto da ruggine o simili, misto sporco. Quindi...
Pranzare all'hotel Imperial, nel dehor, era complicato dai corvi. Che sembravano tacchini. Li si vedeva sostare lungo tutto il tetto in attesa di un buon colpo. Enormi, neri e aggressivi, non si facevano scrupoli a portare via dal piatto le intere porzioni di cibo ai turisti distratti da altre cose. Partivano in picchiata e a nulla servivano i gazebo che coprivano i tavoli. Per fortuna non capitava ogni due minuti, però era una delle opzioni-pranzo.
All'epoca adoravo il pane, il naan. E anche il chapati (sempre pane ma non lievitato e fatto con metà farina integrale), che mi serviva anche per la mia passione di storpiare i nomi. Lo piemontesizzavo in ciapa tì, come a dire prendi tu...
Mamma assaggiava un po' tutto prima di farmelo provare, ed io rifiutavo quasi ogni cosa. In più, il piccante non mi piaceva per niente. Sempre più difficile, signore e signori...
Nei posti in cui esisteva una cucina internazionale, le storpiature e i disgusti erano assicurati. Come è ovvio, viaggiando conviene adattarsi alla cucina locale. Difficile farlo a 10 anni...
Tutto sommato riuscivo a nutrirmi. Un po' con l'aiuto dei viveri portati da mamma, un po' per il valido aiuto di Shomir. Lui, il rappresentante di mamma in India, era un giovane italoindiano di Delhi. Tranquillo, pacioso, molto indiano, aveva una mamma italiana che ogni volta si faceva portare spaghetti, olio, parmigiano... insomma, come ogni emigrato italiano che si rispetti.
Lui conosceva i posti giusti e mi era anche molto simpatico, quindi riusciva a farmi mangiare anche quando non ero troppo convinta.
Insomma, devo anche a lui se i primi giorni sono sopravvissuta al cambio di cucina.
Shomir ci avrebbe accompagnati per tutto il viaggio perchè, anche se c'eravamo tutti quanti, quello era pur sempre un viaggio di lavoro...

18.2.08

Dal dizionario

Laico: dal greco laikos, popolare...
1) Che non fa parte del clero, che non ha ricevuto gli ordini sacerdotali.
2) Soggetto indipendente dall'autorità ecclesiastica.
3) Frate (o suora) converso che non ha ricevuto gli ordini.
(Vocabolario Zingarelli, 1970)
Questo per riflettere sul fatto che oggi si tende a confondere il laico per un non credente, irrispettoso e antireligioso. Un essere abbietto che, come dice la campagna promossa dalla Cortellesi a Parla con me ieri sera, "se lo conosci, lo eviti; se non lo conosci è meglio".
Figuriamoci poi se dobbiamo ricordare a qualcuno che per la Costituzione, l'Italia è un paese laico. Anatema su di noi!!!
Che popolo che siamo, pronti a dimenticare il significato delle parole, a cambiarlo a seconda del nostro pensiero, a usare termini che non conosciamo senza nemmeno avere un piccolo dubbio se stiamo dicendo una cagata o meno.
Davvero ci meritiamo il peggio....

16.2.08

Gioie pelose

Oggi si può dire che io sia un "divano per gatti", visto che non mi posso fermare un attimo senza che una delle mie due bimbe feline, se non entrambe, mi si posizioni addosso. Goldie, la più vecchia, mi si getta sulle gambe appena mi vede sul divano o tra le gambe quando sono a letto. Lula, più giovane e un po' meno mendicante, aspetta che io sia immobile per mettersi sulla mia pancia, o al mio fianco. Quando sono alla scrivania, una dorme sulla mia sedia, proprio dietro di me, ed una sta sulla scrivania, su un apposito cuscino. Non c'è modo di muovermi per casa senza essere inseguita amorevolmente dalle due puzzole.
Da quando sono nata ho sempre avuto animali in casa. Soprattutto cani, poi gatti, delle cocorite, dei pesci rossi.
Il primo gatto fu Mao (lo so, non è un nome originalissimo), un tigrato rosso, impestatissimo, che adorava viaggiare in auto con noi e che ha avuto una vita avventurosa. Ad un certo punto ha deciso che voleva andarsene, ed è stato via, in collina, per due anni. Oramai l'avevamo dato per morto, quando decise di tornare assai malconcio... Era il terrore della veterinaria, che non riusciva mai a tenerlo buono. Era il terrore un po' di tutti, come il gatto di "Cimitero Vivente" dopo il ritorno dall'aldilà. Faceva degli agguati decisamente aggressivi, ne sapevano qualcosa le gambe di mia nonna, martoriate, e ne han saputo le mie braccia. Una volta mi aveva preso un braccio con tanta forza, che per convincerlo a mollarmi ho dovuto buttare braccio e gatto in un secchio d'acqua (provvidenziale). Sento male ancora adesso.
C'era anche un Mao 2, che avrebbe dovuto sostituire il primo, con cui il redivivo non andava per niente d'accordo.
Posto che Mao andasse d'accordo con qualcuno... Le tre belve canine di casa erano in lotta perenne con lui, ma il gatto infernale era davvero in gamba. Tanto che se ne ruppe una in una fuga roccambolesca. Ci volle una dose doppia di anestesia e vederlo girare per casa con la zampa steccata fu divertente... Il diavolo in difficoltà...

Purtroppo dovemmo cambiare casa, con tutto il caos che un trasloco comporta.
Nella nuova casa, però, Mao non ci voleva stare. Così se ne andò, indipendente come al solito, per non tornare più.

Con noi restarono vari cani, sempre tre o quattro a seconda dei periodi, ma ne parlerò. Ci fu poi Ronfigat (ovviamente felino), per un po'. Almeno finchè non decise che voleva andarsene. Lui faceva le fusa più rumorose del mondo, era tigrato e grigio sopra, pelo lunghetto, e bianco e morbido sotto. Un amore dolcissimo. Anche lui molto indipendente, campagnolo.
E Micio (sempre poca fantasia, ma visto che scappavano tutti...), preso in un bidone dell'immondizia, curato e cresciuto nelle sue tigrature grigie. Era simpatico e pacioccone, lo si poteva trattare quasi come un bambolotto senza la minima reazione.

A lui si aggiunse Micia, una povera gattina bianca e beige che era stata torturata da dei ragazzini e che aveva fatto del vomito un arte. Lo faceva ovunque. Comunque. E quantunque.
Un nuovo cambio di casa, coi cani tenuti in un giardino affittato apposta e i gatti con noi.
La Micia era andata peggiorando ed alla fine era inutile che soffrisse. Non respirava quasi più ed il cuore ne pativa. Causa le torture subite, ovvio. Ma c'era poco da fare. Prima dell'ennesimo cambiamento di abitazione, la facemmo sopprimere.
Nella nuova casa, un appartamento a Torino, non potevamo portare tutti, così Micio ebbe la compagnia di Bella, il mio Bobtail. Andavano d'accordo e si scambiavano abitudini ed identità. Ogni tanto Micio si comportava da cane, altre volte Bella faceva il gatto.

Stessa cosa è successa con Goldie, al suo arrivo dopo la morte di Micio. Era talmente abituata a stare coi cani che non riconosceva i gatti che venivano in visita. Goldie è buffa, sembra un gatto nero caduto in candeggina. Di quelle cose che capiano per sbaglio e che non si sa come facciano ad avere quel colore. Un po' nera, un po' rossiccia nei riflessi, il musetto mezzo chiaro e mezzo scuro, due macchie bianche sulle zampine. Una specie di tartarugatto.
Ora che Bella non c'è più, per non costringere un cucciolo a vivere al chiuso, abbiamo aggiunto Lula alla famiglia. Trovatella pure lei, grigia scura con gli occhi gialli, un caratterino non da poco.
Sono le nostre piccole gioie pelose. La compagnia buffa che ci serve per sorridere anche quando non ne abbiamo affatto voglia...

14.2.08

Nostalgia canaglia

Parlavo l'altro giorno col mio cuginetto Alessandro di telefilm e sitcom, una sua recente scoperta ed una mia vecchia passione. Così, pian pianino, mi son tornati alla mente i folli pomeriggi televisivi, di quando ero piccola, di quando ero un po' più grande, di poco fa e di oggi.
Come dimenticare "la spada di Zorro" in bianco e nero, come dimenticare "Rin Tin Tin" e il suo amico Rusty, e "Furia", e "Tre nipoti e un maggiordomo", "la famiglia Addams"?
E "Harlem contro Manhattan", col piccolo Arnold? I "Robinson", "L'uomo di Atlantide", "Tre cuori in affitto","Ai confini del West", "Spazio 1999", "Battlestar Galactica"...
O "Wonder Woman", "L'incredibile Hulk", "L'uomo da sei milioni di dollari" e "la donna bionica".
E "Ralph supermaxieroe"? Grandioso!
Il coroner "Quincy", lo strano "Automan" col suo cursore, l'avventuroso "Uomo di Singapore", le strepitose "Charlie's Angels", i colleghi "Chips" e "Starsky e Hutch". La noiosa Kitt di "Supercar", le conquiste di "Magnum P.I.", le liti degli amici di "Riptide" e dei fratelli di "Simon & Simon".
I mutamenti di "Manimal" in ogni genere di animale. Le caotiche missioni dell'"A-Team", le invenzioni di "Mc Gyver", la banalità di "Flash".
I pigiamini e il trucco pesante di "Star Trek", il chupa chupa di "Kojak". Le magie delle varie "Strega per amore" e "Vita da strega". La guerra degli "Eroi di Hogan". "Love Boat" e quella strana isola dove succedono cose incredibili sotto gli occhi di un simpatico nanetto, di cui mi sfugge il titolo...
"Mork e Mindy", le corse di "Hazzard", "La casa nella prateria", i balletti di "Saranno famosi".
I cattivissimi lucertoloni di "V-Visitors"?
La svolta noir con "Twin Peaks", paranormale con "X-Files", divertente e horror con "Buffy l'ammazzavampiri" e con lo spin off "Angel", folle fantasia con "Ally mc Beal". Gli amici di "Willy, il principe di Bel Air", e di "Friends", o di"Sex and the city".
Per approdare a "C.S.I.", al cinico "Dr. House", ai misteri di "Taken", ai fumetti di "Heroes", i fratelli Winchester di "Supernatural", la durezza di "24", il torbido "Six feet under". E ancora "Nip/Tuck", sarcastico, o le simpatiche "Desperate Housewives", il cupo "Millennium", la squarda di "N.C.I.S.", le sorprese di "Lost", la fuga di "Prison Break"; tutti quelli che mi hanno allietato giornate tristi, che mi han fatto piangere e ridere, pensare, sorridere, dimenticare, immaginare.
Posso capire, sembro suonata come un campanello. Però davvero un po' mi mancano i miei vecchi compagni. Il tempo passa e non tutti ricordano le stesse serie che ricordo io, non tutti hanno in mente gli stessi personaggi e le stesse citazioni che a me vengono così spontanee.
Se faccio così coi telefilm, dovreste vedermi coi film e con le canzoni...
Mi porto dietro tutto ciò, come amici immaginari cui rivolgermi quando nessuno mi vede o quando ho bisogno di una mano per superare un attimo di demoralizzazione.
C'è qualcosa di male?

Informazione

Ecco, io non capisco.
E dire che mi han detto che il mio q.i. supera la media.
Per quale motivo devo sapere assolutamente che cosa mangia Sarkò a Capodanno? E se l'anello di fidanzamento è lo stesso o solo uguale a quello della precedente signora? Mi importa davvero sapere se gli italiani spenderanno più o meno dell'anno precedente per andare in vacanza?
Che, non mi accorgo da sola che il pane, il latte, le bollette, la pasta sono aumentati? Me lo devono dire tutti gli anni che S.Valentino è una festa commerciale? Lo devo sapere dal tg se comprerò il panettone? Devo sorbirmi ogni volta il botta e risposta tra tutti i politici del mondo su quello che uno ha pensato al mattino e che domani sarà già un'altra cosa?
Devo avere paura dell'aviaria, anche se raramente colpisce gli umani? Devo cominciare a pensare che anti-israeliano significhi automaticamente antisemita? Devo preoccuparmi dell'infortunio di questo o quel calciatore? Devo fare una full immersion nei sentimenti di chi ha appena perso una persona cara, anche se non so nemmeno chi sia? Ascoltare le testimonianze che il tale serial killer sembrava così tanto una brava persona? Sentirmi sola in un mondo di lupi?
Pensare che tutti gli extracomunitari siano delinquenti e che invece noi siam tutti santi?
Qual'è il limite che posso superare? Che cosa è informazione e che cosa è riempitivo, distrazione, giro a vuoto? Bisogna davvero dare tutta questa importanza alle parole di persone che in quello si rintanano pur di non lavorare seriamente?
Devo davvero continuare ad ascoltare sperando che una volta mi diano una informazione che mi sia davvero utile? Perchè sono stufa di sentirmi raccontare ricette, di controllare la mise di Carla Bruni in Egitto, di preoccuparmi per il ricovero di Britney o l'arresto di Paris, o non so cosa.
Sono stufa di vedere il "caso" umano, di conoscere le scelte di vita altrui, di subire la morale altrui come fosse una imposizione. Sono stufa dello show che si crea con gli omicidi, delle parole spese per il gossip da giornalisti che di altro dovrebbero occuparsi. Che ad occuparsi di pettegolezzo ci pensino i giornali scandalistici, io vorrei un telegiornale in cui non mi si dicono cose ovvie solo perchè non c'è abbastanza succo per riempire il tempo. Vorrei un notiziario con notizie e con inchieste, perchè in realtà sono troppe le cose che non sappiamo e che non sapremo mai.
Sono davvero aliena?

About this blog

Questo blog è in metamorfosi, come me.
Dapprima la sua descrizione era: "la passione, l'amore, la danza, la vita"
Era venuto al mondo per raccontare la mia storia ai miei due cuginetti lontani, Francesca Romana e Alessandro. Poi le cose sono leggermente cambiate e con loro il blog.
La descrizione, fino a ieri (12/07/2010) era diventata: "oggi è un altro giorno"
Segnava la linea di demarcazione tra una Paola indecisa e una più sicura. Coincideva con la decisione di non pubblicare il libro di poesie con la prima casa editrice che aveva risposto e che chiedeva un lauto contributo e di aspettare una futura risposta, senza certezza.
Oggi è cambiato ancora: "e se QUEL giorno fosse oggi?"
Coincide ancora non so con cosa, ma con l'idea di darmi una mossa in più. Che male non fa.
Ed eccoci qui (28/06/2011) a cambiare ancora, questa volta di cose ne son successe tante in un breve tempo. Forse non mi sono data una mossa ma il mondo ha pensato di smuovermi lui per benino. Perso mamma, amici con un sacco di grane e un libro che non riesce a trovare l'editore, nonché la mia opera migliore che sta subendo un piccolo stop. Non ce la faccio a scrivere, non come vorrei. Sono troppo stanca, ma raduno le idee e quando sarà il momento, presto, andrà tutto liscio. Per ora mi limito a dire che "Qualcosa sta cambiando..." 
Ok, andata. Oggi, (29/01/2012) è possibile che qualcosa sia cambiato ma da ora la descrizione è : "Chi si ferma è perduto", perché in fondo è così che funziona la vita... E come al solito i miei titoli cambiano con la mia vita, quindi ora mi siedo sul divano e aspetto che le novità arrivino a me. Che ne ho bisogno!

9.2.08

Rain

La tua voce mi colpisce come la pioggia leggera, fresca e piacevole sulla pelle, mi avvolge.
I vestiti che si incollano addosso, come le tue mani un tempo han fatto, caldi e fatti per calzarmi alla perfezione. Una seconda pelle, come te per me.
Le tue parole si incidono come tatuaggi sulle parti nascoste di me, sul rovescio della pelle, nelle fibre dei muscoli, nel riflesso dei miei occhi.
Non posso fare a meno del tuo ricordo, senza bisogno di voltarmi indietro a guardarti ti vedo in ogni dettaglio, sento il tuo odore, percepisco il battito che ti tiene in vita. Io non dimentico.
Respiro l'aria che la tua presenza confonde. La pioggia che dona colore alla vita.
Lascio che tu mi inzuppi, che penetri nelle mie ossa, che sciolga la mia maschera. Tu puoi vedermi davvero come sono, puoi scavare in me per ritrovarti.
Sei qui, sei la mia pazzia, la linfa della mia poesia. L'ispirazione che cercavo e che mi sfugge furba in un gioco di perenne seduzione.
Tremo in tua attesa, fiutando l'aria che precede il temporale. Sento l'elettricità e lascio che i fulmini mi attraversino, ne ho bisogno, come necessito della tua acqua. La mia nuova energia, la forza che mi fa delirare e ridere e respirare ancora.
Sei quello che aspettavo e che mi bastava alzare gli occhi per vedere. Quello che per timore non ho guardato a lungo, quello che il destino mi ha ridato. Sei il mio sorriso...

7.2.08

Romantico freak

Si, sono una donna e sono romantica.
Mi piace sentir parlare d'amore, di poesia, di quel brivido che un amore trasmette. Mi piace lasciarmi cullare nel sogno di una storia perfetta. Mi faccio i miei film, mi consolano e mi rincuorano. Non mi drogo e bevo moderatamente, mi faccio di cioccolata fondente e di sogni d'amore.

Il mio lato romantico si è scontrato spesso con la forma mutevole della realtà. Non senza danni, ma nemmeno ne è uscito vittorioso.
Sono cresciuta in un periodo in cui tutto sembrava possibile, ma c'era sempre un qualcosa nell'aria che ti impediva di esagerare. Non era ancora l'epoca del tutto e subito.
Si faceva tutto senza darvi troppa importanza, con la naturalezza dei propri anni, sbagliando, ridendo, crescendo piano. Si scambiava la curiosità per amore, si giocava a fare gli adulti e così, con la dovuta calma e con la giovanile fretta, si capiva.
Non sono stata una brava ragazza, ho amato molti, altri li ho solo trovati interessanti per un po'. Ero curiosa e affamata. Ribelle e insicura. Ma viva.
Niente di quello che ho fatto mi ha tolto qualcosa. Mi ha dato molto.
Ancora credo in mille cose.
Credo nella magia degli incontri e nel condividere questi momenti senza volere una favola in cambio.
Il concetto di darsi solo per amore non preserva dall'amare le persone sbagliate. Non penso che esista la persona giusta. Esistono persone per cui vale la pena di insistere e cambiare.

Credo che ci abbiano messo in testa un sacco di idee stupide, che ci abbiano insegnato ad essere ipocriti, che si possa fare sesso senza amore e che si possa amare senza fare sesso.
Credo nelle emozioni forti, sensazioni che bruciano la pelle e che fanno battere più forte il cuore.
Amo il mio senso tragico, quel volermi sentire sempre come se ogni graffio che compare sul mio cuore fosse un colpo inferto con una sciabola. Ne sono perfettamente cosciente, so che è il mio modo di godermi la vita e non dò più la colpa ad altri se il mio cuore sanguina.

E' tutto finto, mi piace che sia esagerato, perchè so chi sono.
Credo nel potere di due corpi uniti, nella bellezza di due persone che si donano completamente, anche solo per una volta, anche solo perchè non hanno scelta.
Mi piace sognare amori epici.
Ma il fatto che queste cose mi piacciano non significa che io ci creda fino in fondo. La realtà non è un romanzo, per quanto ci siano persone che credono di vivere in un mondo perfetto.
Persone che si domandano se vale la pena di amare qualcuno che non le ama. Che fanno calcoli e statistiche e grafici di come deve essere una storia d'amore vera... Non una storia di Liala, una vera!

Persone che danno all'amore un sesso e un'età, uno stato civile, un modus operandi. Che si fanno infermiere per salvare l'amato, per cambiarlo per plasmarlo in modo che sia perfetto.
Che vivono nell'illusione, che vedono in lui quel che vogliono vedere e si stupiscono quando si accorgono che la persona che hanno inventato non esiste. Che non sanno ascoltare, che vivono coi paraocchi e si preoccupano solo dei loro sogni. Persone che mendicano amore, che danno per paura di non ricevere.

Che pensano che con l'impegno tutto diventerà perfetto.
L'amore è imperfetto, da sempre.
Incontrollabile, irrazionale, imprevedibile, assurdo, stonato.
Non si decide chi amare, si ama e basta. Si dona, si perde, si guadagna.

Un po' si soffre, a volte.

Le metamorfosi di Clara - 1

1986

6.2.08

La piccola Clara

Ho paura, paura di tutto.
Di stare ferma, di muovermi, di camminare, del buio, della bimba morta sotto al mio letto. So che appena mi rilasserò lei uscirà e verrà a prendermi.
Ho paura dei sogni che faccio, delle macchine e dei bambini che giocano a pallone. Dei mostri che mi inseguono, degli adulti che sembrano amici. Di quelli che mi trattano bene.
Mi spaventa respirare troppo forte, perchè qualcuno potrebbe accorgersi di me e cacciarmi via dal posto che mi sono ritagliata qui. Io non voglio essere cacciata, voglio che le persone mi vogliano bene.
Ho paura di sbagliare, di non riuscire a fare quello che devo, di non rendere felici gli altri. Non voglio deluderli. Mi spaventano le punizioni.
Ho paura di giocare con gli altri, perchè mi dicono che sono strana ed io non voglio che ridano di me. Detesto vederli ridere. Faccio sempre le cose nel modo sbagliato.
Ho paura di non essere brava a sufficienza. Di non essere capace.
Di essere dipendente, di non capire, di non arrivare da nessuna parte.
Ho il terrore di non farcela ad affrontare la vita. Il giorno mi spaventa e la notte non mi lascia riposare con le sue strane immagini, col cuore che mi sfonda il petto e le orecchie.
Ho paura.
Di non essere normale, o di esserlo. Di essere banale, invisibile, inaccettabile, ineducata. Paura di desiderare cose lontane, di restare delusa, di non poterle avere. Paura delle mete, dei progetti, del nastro d'arrivo. Dei miei limiti che in parte mi rendono sicura e in parte mi relegano qui dove sono.
Paura del mio aspetto, qualunque sia. Del mio esser così umana e così piena di difetti che nessuno potrà mai amarmi per quel che sono.
Paura di perdere le persone che amo, di non saperle tenere con me. Paura di diventare adulta, di diventare qualcosa che non sono, di mutare per esser come gli altri.
Ho paura di perdermi, di non sapere più chi sono. Di voltarmi e trovarmi sola o in mezzo alla gente. Ho paura di vivere in questo mondo inospitale.
Che chi amo diventi un mostro e che mi uccida la notte. Ho paura di diventare un mostro anche io. Di non essere davvero una bimba bionda, ma una creatura aliena che distruggerà il mondo.
Temo le cose nuove e quelle troppo vecchie. Ho paura di quello che vedo e che sento. Certe volte non vorrei vedere, non vorrei sentire, non vorrei capire e imparare.
Certe volte non vorrei vivere...