31.5.12

Meno di un mese

Stiamo organizzando una presentazione-reading con accompagnamento musicale in una libreria in precollina a Torino, appena avrò data e ora, oltre al luogo, magari una pseudo-locandina, darò maggiori informazioni.
Spero sarà la prima di una serie di collaborazioni con un attore-regista davvero in gamba e una serie di amici musicisti a rotazione. Il libro è sempre la raccolta "Parole d'amore insano", in attesa di nuove pubblicazioni.
L'evento in questione è previsto per l'ultima settimana di giugno, in location molto carina.
A presto le novità!

28.5.12

Cose recenti

Nelle ultime serate di meditazione mi è capitato di capire qualcosa (raro) che in qualche modo mi sfuggiva da tempo. No, in realtà non mi sfuggiva, del tutto.
Ho sempre saputo di essere una "maniaca del controllo", ragion per cui ho imparato fin da piccola a dominare le emozioni, a impedirmi di comportarmi in modo sconsiderato, a mascherare il mostro che è in me.
Quello che pensavo ci fosse dentro di me oltre a un lato creativo che già mi disturbava la mente. Fantasie, incubi, immagini di oggetti ancora non inventati. Insomma, ordinaria amministrazione infantile, credo.
Per anni ho avuto il "terrore" che qualcuno potesse controllami in qualche modo, che potesse impormi telepaticamente qualche azione. Ogni volta che un pensiero mi circolava in mente mi domandavo se fosse mio, se fosse vero, se non ci fosse qualcuno da qualche parte che mi usava come un burattino. Questo quando ero piccola, poi mi sono dimenticata di tutto presa dal desiderio di esprimere tutta quell'energia repressa che rischiava di distruggermi.
Più avanti, quando il sogno di ballare è naufragato per mano mia, mi sono trasformata in una persona normale, in qualche modo docile, sempre controllata (fatta eccezione per alcuni periodi).
Nella lotta tra aspetto creativo e aspetto mostruoso ho dato maggior peso al primo, con risultati altalenanti.
In questo anno appena passato sono molto cambiata. So che tutto in me sta cambiando e che diventerò ciò che sono. Solo che io ho ancora paura di diventare ciò che sono. Non mi sento pronta.
In certi momenti i miei stessi pensieri mi spaventano, sono immagini che vagano per la mia testa pochi istanti ma in quei pochi istanti mi chiedo chi si nasconde in me, oltre alla scrittrice ancora sconosciuta e alla pittrice dilettante.
E se questa persona che sto diventando fosse devastante come quei pensieri? Se mandasse all'aria tutto l'equilibrio che ho creato in questi anni? Se fosse così distruttiva da bilanciare la parte creativa che c'è in me, è davvero l'unico modo per lasciare esplodere anche la parte buona?
Perché un salto di qualità ci vuole, ma ho paura di ciò che comporterà.
Perché l'altra cosa che ho imparato è che bisogna essere disposti a morire per poter vincere davvero. Certo, in senso metaforico, ma...

21.5.12

La verità, tutta la verità sul "tascabile"

Allora, il tascabile...
L'idea l'ho avuta millenni fa, ci ho fantasticato su una vita e l'ho scritto, inizialmente, intorno al 2000. Poi mi sono fermata, quando una delle due Maria Teresa cui ho voluto bene ha avuto l'ictus. Lei, che nel libro è Peg (simpatica tenutaria di bordello per militari), era sparita da un giorno all'altro dalla mia vita. A un certo punto il tascabile, che leggevano tutte le colleghe con ansia capitolo dopo capitolo, non mi piaceva più.
Lo trovavo ingenuo. Cosa che è, nella forma in cui l'ho mandato al torneo.
Perché ingenuo?
Troppo facile. Lineare, romantico, senza contraddizioni, con complotti svelati in fretta e troppe storie da seguire. Era anche sballato dal punto di vista dello svolgimento dei fatti: cominciava a metà. Però a questo ho posto rimedio in tempo. Benedetto copia e incolla...
Per darvi un'idea, sebbene vaga, è un misto tra "Il pianeta delle scimmie", "Wonder Woman", "Il gladiatore" e un miliardo di film e telefilm, ma sostanzialmente è una storia d'amore e di cambiamenti. Una storia di ritrovamenti, di ricerca della verità, post-atomica e post-femminista.
Al torneo è andato con un breve prologo, che più che altro doveva spiegare il titolo (cambiato rispetto all'originale) e in parte il mondo in cui la storia si svolgeva. Sebbene il prologo fosse scritto con altro carattere (o font che dir si voglia)  e venisse prima della scritta "Capitolo 1", i lettori l'hanno preso per l'inizio del romanzo. E va bene. Non ho scritto "prologo", certe cose a volte mi sfuggono.
Il primo lettore del torneo mi ha dato un buon giudizio, tenendo conto che anche secondo lei (perché era donna, sicuro) si trattava di una prima stesura.
Sostanzialmente una parte dei giudici ha capito che la storia c'era, anche se andava migliorata. Qualcuno ha dato suggerimenti su cosa leggere per approfondire il genere fantascientifico, qualcuno su cosa sembrava mancare nel testo.
Qualcuno non ha apprezzato decisamente la storia, ma non si può piacere a tutti, che abbiano o meno un modo simpatico di farcelo notare.
Il file giudicato era di circa 29 pagine, il romanzo completo - ridotto per motivi di limitazioni del regolamento - ne contava circa 287. Un piccolo 10% in cui, secondo alcuni, dovevo inserire praticamente tutta la storia.
Capire che una storia ha i suoi modi e le sue attese, i suoi tempi, i motivi per svolgersi in un certo modo, invece di essere spiegata per filo e per segno senza la minima suspance... sembra roba difficile.
Certo se avessi scritto tutto nelle prime 29 pagine sarebbe stato un po' difficile scrivere le altre 260...
Fatto sta che, in ogni caso, non mi sono abbattuta per nulla, anzi.
I giudizi (15 persone che lo hanno letto, loro malgrado) mi sono serviti per capire che:
1) la storia è mia e la scrivo come diavolo mi pare.
2) l'ambientazione é sì fantascientifica, ma il futuro non è una cosa lineare. Ci sono miliardi di futuri possibili, non c'è modo di esser certi che tra altri duemila anni esisteranno apparecchi simili a quelli che abbiamo, o più evoluti. Potrebbero esserci catastrofi tali per cui l'umanità deve ricominciare daccapo e costruire le sue case con pietre e legno insieme a materiali più innovativi, potrebbero non esistere più telefoni, computer, televisori, come li conosciamo noi. Nel mondo che io ho inventato sono io che decido quali apparecchiature ci sono e quanto sono fantascientifiche.
3) i personaggi sembrano "eccessivi"? Pazienza. Lo saranno anche di più, nella seconda stesura. Devono esserlo perché vivono in modo estremo, non sono personaggi patinati e sdolcinati, è gente che uccide, picchia, usa, tortura. Non possono essere finti.
4) ora la protagonista ha una bella cicatrice in pieno volto, vediamo.
5) dopo aver eliminato tutte le scene vagamente o esplicitamente erotiche per motivi di spazio le reinserirò.
6) tolgo il prologo. Cambio il titolo. Rimetto ai personaggi i loro nomi. Finisco di riscrivere come avevo in programma e vediamo come va...
e... giusto per essere chiara: non sono una sessantottina. Guardate un po' dove siamo. Tutta questa roba del sesso, droga e rock and roll, dell'amore libero e dei reggiseni bruciati non ci ha portati molto lontano.

15.5.12

Già...

Mi rendo conto che non ho più scritto, presa dalle mie preoccupazioni.
Il cane ricoverato mi dà ansia, mi manca la sua presenza costante e a volte ingombrante, ma dolce. Non importa anche se le tre gatte continuano a spartirsi parti del mio corpo da usare come cuscino e mi riempiono di fusa. Il cane di mia madre, la nostra piccola Tutankanen (ma di soprannomi ne ha a pacchi), ha saputo conquistarsi un suo spazio che ora risuona come una eco sgradevole.
Non sono passata alla seconda fase del torneo. Certo non mi importa ora come ora e non mi arrendo comunque perché so di saper scrivere.
Ho visto la famiglia al Salone e mi sono rilassata per un pomeriggio e una sera a cena in compagnia. Ho conosciuto un'altra partecipante del torneo e capito che adesso indosso perfettamente il corsetto viola che non osavo mettere per uscire.
Mi è stato chiesto perché non torno a prendere lezioni di canto e ci penso su, ma sono pigra e mi sa che non lo farò. Una mano per il romanzo forse arriverà, un passaggio saltato per l'altro romanzo magari ci sarà.
Intanto ho visto il mio ex professore di italiano delle superiori, i cui gemelli neonati hanno occupato le mie mattinate per qualche bellissimo mese ormai dodici anni fa, per caso, in pizzeria. Era contento di vedermi e io, per cambiare, mi sono dimenticata di dirgli che ho pubblicato le poesie (qualcosa l'aveva letto e gradito), ma poi mi sono data della stupida e gli ho sporto un bigliettino mentre ci salutavamo. Ero rossa come un peperone maturo, ma l'ho fatto.
Perché me lo merito.

7.5.12

The final countdown??? ;D

Sembra ieri che ho deciso di mandare il tascabile al torneo e sabato saremo al Salone del Libro a vedere chi è passato e chi no al turno successivo.
Ho fatto il mio lavoro di lettrice, ho cercato di dare dei suggerimenti, qualcosa di utile. Non che abbia trovato lavori interessanti. Uno solo decisamente ben fatto su quindici file letti, uno proprio terribile e gli altri, chi più chi meno, nel limbo del ben scritto ma non coinvolgente. Ho avuto un file che mi ha messa in crisi, ma alla fine ce l'ho fatta lo stesso e un giudizio l'ha avuto anche lui.
Tocca aspettare sabato pomeriggio e capire se chi ha avuto il mio tascabile l'ha apprezzato o meno. Forse avrei dovuto classificarlo con un altro genere, dare una diversa indicazione su quale libro esistente potrebbe somigliargli, ma tutto sommato sono comunque contenta del mio lavoro. Anche se lo devo ancora sistemare, riscrivere alcune parti per l'ennesima volta, ripulire e rendere adulto. Anche se lo ritengo un romanzo tutto sommato ingenuo. Troppo semplice. Ma leggibile, carino.
Vedremo.
Intanto sono in contatto con alcuni altri partecipanti e come minimo andremo a cena fuori, tutti insieme. Perché arrivano da ogni dove e sembra una occasione per avere davanti persone che conosco solo tramite facebook e che non so "leggere" se non per quello che trasmettono sul web. Meglio la carne. Per una sera. Per una volta.
Per una nuova tappa in questo viaggio.