11.5.13

Il "gioco" dei se...

Nell'interminabile serie di considerazioni che vengono fuori dal gioco del se, mi chiedo spesso che cosa sarebbe successo se la mia prima sorella in affidamento fosse stata un po' meno testa di cavolo e non si fosse fatta cacciare dal collegio. Perché io le volevo bene.
Intendiamoci, era una rompiballe ossessionata da me e non mi lasciava vivere tanto mi si appiccicava e tanto cercava di mantenere un rapporto esclusivo con me che ero l'unica in tutta la scuola con cui poteva parlare. Però le volevo bene e l'averla persa di vista tra un trasferimento e l'altro e un casino e l'altro della mia famiglia mi dispiace. Era certo più simile a me della seconda sorella, che invece è rimasta molto a lungo e che ha sempre tentato la competizione anche in modo sleale (qualche volta) e che ora, per mia scelta, non sento praticamente più.
Cosa sarebbe successo se i miei non si fossero lasciati, cosa che continuo a benedire. Cosa se mia madre avesse scelto in modo differente quando era il momento e mi avesse portata in Spagna, che era il mio posto, invece di "fidanzarsi" con uno che ci ha solo incasinate più di quanto fossimo già di nostro.
Cosa sarebbe successo se non avessimo perso tutto, proprio tutto tranne la dignità.
Cosa se non avessi incontrato un certo personaggio che quasi senza accorgersene mi ha distrutto parte della vita. Cosa se avessi affrontato la faccenda in altro modo. Cosa se avessi creduto di più in me, allora.
So che non è un passatempo utile.
So che il più delle volte ci si ritrova solo a piangere sul latte versato e che rimuginare tanto sul passato non è costruttivo. So che in ogni caso qualche volta capita di chiedersi cosa sarebbe successo se...
E se...
Quando capita mi convinco che evidentemente non poteva andare in modo diverso, perché la vita sa dove ci porta. A volte lottare contro i mulini a vento stanca solamente, dicevo. Alla fine loro sono ancora lì e tu crolli distrutta al suolo.
Però non posso evitare che accada.
Perché la vita ti porta a perdere sorelle che non avresti voluto perdere e occasioni per una vita meno avventurosa e meno incasinata; porta a immaginare chi sarei ora se...
E a volte è consolante, almeno per un po'.

2 commenti:

easy runner ha detto...

Pensi siano ancora in molti a saper fare il "gioco" dei se?
L'imperativo del vivi e consuma il presente sembra allontanare ogni tentativo di riflessione e analisi sul proprio vissuto.
Così che non solo si rifugge dal guardarsi indietro, ma sempre più spesso si tralascia di pensare al domani e d'investire anche nel gioco del " e se facessi così? ".

Ad ogni buon conto ti segnalo come specie protetta :)
Easy più volte ciao.

PaolaClara ha detto...

Questo non me lo aveva mai detto nessuno... io specie protetta.
Ma il futuro è troppo impegnativo, per ora mi accontento di riflettere a godere della mia rflessione al presente.
Easyciao!