6.5.13

Da piccola

Non sono mai stata brava a saltare la corda.
Da piccola preferivo amici da prendere a botte piuttosto che amiche alle cui cantilene saltare a comando, avevo un'altra consapevolezza di me e della vita che me la rendeva più pesante di adesso. Non ero leggera, dentro.
Come se sapessi le cose in anticipo, come se nulla mi potesse stupire davvero; come se nulla ci fosse di bello tranne il sognare. Il chiudersi al buio a sognare. Immaginare.
Ora sono più bambina di allora, basta alzare gli occhi al cielo e guardare le sfumature d'azzurro che contiene. E sogno ancora, e mi porto dietro le impressioni della notte come vestiti con cui coprirmi di giorno.
Ancora so le cose in anticipo, ancora non mi stupisco facilmente.
Ho ancora paura di vivere, come allora.
E sussurro parole nel dormiveglia e la notte mi risponde perché di notte immagino meglio.
Da piccola amavo mettermi alla prova, incantata dalla "donna guerriero" che era mia madre, sperando di essere abbastanza forte per i miei mulini a vento.
Ma i mulini restano mulini e alla lunga continuano a girare mentre tu ti stanchi a cercare di abbatterli. Ho perso molto tempo a cercare di esser forte, e ancora non lo sono anche se resisto a tutto. Sopravvivo, come ho sempre saputo fare, ma vivo anche e sempre più spesso.
Colori, sapori e suoni che comincio ad amare. Notti che diventano giorni e giorni che diventano notti. Mi si è allungata la percezione del buio, se così la vogliamo dire. Non solo il buio mi piace, ma anche ciò che lo precede e quello che lo segue. Ho imparato ad amare la luce (sempre restando all'ombra) e a desiderare colori diurni.
Ho imparato a guardarmi negli occhi mentre mi specchio e a non avere più "Clara" a fare da biglietto da visita, non solo lei. Un tempo, forse, avevo bisogno di mandare avanti lei. Ora ci sono io e da sola posso presentarmi come Paola, Clara, Luisa e Laura.
Perché questo io sono.

3 commenti:

TOMETOO... ha detto...

bello. veramente.
mi capita spesso di ricordare come ero da piccola, con sensazioni e pensieri che credevo persi e invece sono tutti ben recuperati in un backup pronto a tornare più passa il tempo.
(In compenso mi scordo quello che ho fatto ieri. Sarà la vecchiaia?)

easy runner ha detto...

Giusto per partecipare al gioco...

Io correvo già da piccolo e ora che sono grande " comincio ad essere un po' stanchino ".
Da piccolo sono finito in collegio non per colpa mia e il giovedì mia madre veniva in visita nel parlatorio portando il thermos con la cioccolata calda.
Da piccolo non amavo mettermi alla prova, schiacciato da un "padre guerriero".
Per questo forse ho imparato a correre e imboccare le vie di fuga.
Poi le vie diventano strettoie e le strettoie vicoli chiusi, si passa ad allenarsi sui centodieci ostacoli.
Superati quelli, si è fortunati a poter dire che si vive anche e sempre più spesso.
Una mano, almeno una, bisogna averla lasciata fra le dita dei sogni.

Easyciao!

PaolaClara ha detto...

EasyForrest! Ognuno si stanca con quel che può. E i mulini a vento sono come una corsa continua, solo che loro,almeno stan fermi...
Grazia, la memoria è una brutta bestia... ;P