19.2.13

Riflessioni su come lavoro

Potrei dire "male" e chiuderla lì.
Invece mi spiego, perché a volte mi sento dire che faccio le cose in modo strano, poi altre persone hanno i miei stessi "problemi" - come quello di utilizzare due volte le virgolette in due righe...
Se dipingo, raramente ho già deciso colori, forme e materiali. A volte sono i materiali che mi chiamano a gran voce, come nel lavoro che sto facendo ora in cui una parte è dipinta su avanzi del tempera matite; altre volte ho in mente un tratto particolare, come il tutù di Carmen o i due contrapposti nell'ultimo lavoro; altre volte è solo l'idea di un gioco di colori.
Non disegno la tela, al massimo uso un cartoncino per farmi un prospetto del lavoro con le linee principali. Non preparo i colori se non in casi rarissimi, di solito li sovrappongo diluiti in modi diversi per fare sfumature ma per lo più uso i colori senza mischiarli. Se copio da una foto lo faccio comunque senza farmi un disegno sul fondo che ho preparato.
Quando scrivo di solito non ho in mente tutta la storia nè i personaggi, a volte parto da un'immagine che ho in mente e proseguo, a volte basta anche solo mettermi alla tastiera e scrivere la prima frase che mi viene in mente per iniziare una storia. Non faccio brutte copie dalle elementari. Se scrivo vado avanti senza rileggere se non dopo almeno una ventina di pagine. Torno indietro solo se non ricordo un dettaglio. Non prendo appunti se non dopo le cento pagine. Non faccio scalette e non programmo dettagli. I personaggi di solito decidono loro che fare, la storia va avanti da sola senza che io partecipi se non con le dita. Non sono in grado di dettare a un microfono frasi da trascrivere. Se trascrivo finisco per riscrivere, a questo punto scrivo una volta sola.
Se è vero che l'arte si fa per gli altri, io a volte non capisco l'arte. Ciò che conta per me è fare qualcosa che mi dia una emozione e mi soddisfi. Ovvio che la speranza sia che quello che faccio piaccia agli altri, ma non cerco di stupire questa o quella tipologia di persone. Scrivo/dipingo e basta. Il resto non lo faccio io.
A volte un'immagine mi si fissa in mente e diventa come un'ossessione. Un racconto o un quadro, non conta. Lo sogno la notte, chiudo gli occhi e vedo quello che in qualche modo produrrò.
Non so se sono un'artista. Non saprei definire che cosa renda una persona artista o meno. So solo che quando produco io sto bene e ad alcuni piace. Tanto è e tanto mi basta.
A volte posso restare a guardare l'ultima frase scritta per ore, altre volte per partire non ho bisogno di vedere il punto della frase precedente. Le dita vanno da sole.
Come se lavorassi in trance, a volte.
Cosa voglio dire non lo so. Ma volevo dirlo...

2 commenti:

easy runner ha detto...

Se il manifesto di vita che ti sei cucita addosso e hai ricopiato qui ti fa star comoda e non tira sulle spalle direi che le tue riflessioni sono molto sensate e si capisce benissimo cosa vuoi dire.
Che in molte nostre azioni è l'istinto a guidarci e raramente sbaglia.

Easyabbraccio :)

PaolaClara ha detto...

Se solo riuscissimo a dargli retta più spesso e a vivere secondo la nostra natura (sempre rispettando la natura altrui)...