8.7.10

Quattro schiaffi

Il primo in assoluto l'ho preso a dieci anni, dalla mia nonna preferita. Non l'aveva mai fatto prima e credo non avrebbe voluto darmelo. Era, credo, il giugno del 1980. Un mese prima che morisse, un mese dopo la morte di suo marito. Era triste, distrutta, e io non volevo vederla così. Certo non era mai stata una donna particolarmente allegra, ma la morte del nonno l'aveva lasciata senza energia. Le ho detto che in fondo il nonno era fortunato, lui di certo stava meglio di noi. Cosa che pensavo davvero e che ho continuato a pensare anche dopo il ceffone che mi ha presa in pieno viso. Non mi sono arrabbiata anche se pensavo di avere ragione. Ho solo imparato che certe cose potevo pensarle ma non potevo dirle e mi sono regolata di conseguenza, quasi sempre.

Il secondo l'ho preso da mia madre una sera di giugno davanti al Teatro Alfieri a Torino. Era la sera in cui sono scappata nei camerini dopo lo spettacolo. Avevo dodici anni e la mia folle passione per la danza era appena cominciata. Dopo aver visto uno spettacolo proposto dalla mia futura scuola di danza, approfittando del fatto di aver ballato in quel teatro per il saggio dell'anno precedente e quindi sapendo benissimo dove andare mi sono fiondata sul lato della platea che portava all'ingresso al palco, ho chiesto di entrare all'omino che vigilava l'ingresso e sono arrivata correndo fino in cima alle scale. Primo e secondo piano, a parlare con le prime ballerine della scuola, a guardare le ragazze cambiarsi, struccarsi e metter via la roba nei loro borsoni. Ho perso la cognizione del tempo e mi sono resa conto troppo tardi che in sala non c'era più nessuno e che avevo perso mia madre. Così, visto che non potevo uscire da dove era uscita lei, sono uscita dal retro (ingresso artisti) e ho fatto il giro dell'isolato. Lei era furiosa. Io euforica. Se non fosse stato per i capelli sciolti mi avrebbe fatto male...

Il terzo me l'ha dato il tizio che io chiamo Psycho, con cui sono uscita per circa due anni (di troppo) tra i diciotto e i venti. Non faceva altro che sminuirmi davanti agli altri, mettermi sempre in secondo piano rispetto alle qualità di qualsiasi altra ragazza conoscesse. Quel giorno (e credo fosse di nuovo giugno, ma non ne sono certa) aveva esagerato e io mi sono ribellata, forse in modo anche eccessivo e poco discreto. Fatto sta che alla mia reazione, diciamo isterica, lui mi ha aggredita. Io l'ho colpito per prima, lo ammetto, pur essendo lui ben più grosso di me. Così mi ha assestato un manrovescio da paura, facendomi cadere. Appena rialzata ho cercato di colpirlo ancora, ma se ne è andato. Mi sono rifatta poi...

L'ultimo, quello che ha lasciato il segno, me lo ha dato un altro ragazzo. Lo ha fatto per farmi reagire quando, un giorno, ho deciso che non mi andava più di stare con lui. non ricordo la discussione, ma so che non volevo infierire, così l'avevo messa giù un po' sul depresso. Forse troppo. Volendo risvegliare la belva che c'è in me, il giovane ha ben pensato di darmi uno schiaffone a mano aperta con tanto di rincorsa. Avevo ventitrè anni. Ho girato per una settimana con la guancia blu. Inutile dire che lui ha rischiato grosso, perché se fossi riuscita a prenderlo, dopo avergli gridato insulti irripetibili, non so cosa gli avrei fatto. Sono quelle volte in cui perdo il controllo e le persone che mi conoscono scommetterebbero sulla mia capacità di uccidere. Sono quelle volte in cui mi rendo conto di quanto sia facile per me passare da un estremo all'altro e di quanto mi faccia paura tutto ciò.

Ci pensavo oggi. Non so perché. Sono gli unici quattro schiaffi fisicamente ricevuti. Tutti gli altri erano schiaffi, pugni, calci e randellate ancora più efficaci. Quelli che ti porti dentro molto più a lungo e che condizionano parte della tua vita. Quelli che spesso sono proprio le persone che più ami a darti. Quelli che fanno ancora più male...

4 commenti:

pyperita ha detto...

Fortunatamente non ho ricevuto schiaffi fisici da nessuno. Non altrettanto posso dire per quelli psicologici, che fanno forse più male.

PaolaClara ha detto...

Questi sono gli unici 4 della mia vita. Se escludo le botte nelle zuffe tra sorelle e a scuola, ma lì le davo più che prenderle.
;P

beppestarnazza ha detto...

Mah, non ricordo di aver avuto schiaffi (eppure i miei erano/sono tipi non progressisti), oppure ho rimosso agevolmente. Però in questo periodo a qualcuno della stanza dei bottoni gli darei volentieri un manrovescio...

PaolaClara ha detto...

Beh, questa è un'altra storia... quelli che darei io sono ben di più. Ho la tendenza a non rimuovere, preferisco ricordare.