4.7.10

Il destino e la scelta

Se potessi tornare indietro, rinuncerei a quello che ho vissuto e che mi ha resa ciò che sono?
Sarei disposta a farlo per "salvare" qualcuno dal suo destino scegliendo io per lui/lei?
Non credendo in un destino immutabile, avendo la possibilità di tornare al momento cruciale, sarei capace di scegliere un'altra strada rispetto a quella percorsa pur sapendo dove mi porterà?
E cosa cambierei?
C'è davvero qualcosa di così importante tra quello che sognavo per me e che non ho raggiunto? Qualcosa per cui avesse senso un minimo di sacrificio, qualcosa per cui avrebbe senso ora?
Non so.
Sebbene io creda nella scelta, in fondo ho sempre preferito non opporre resistenza e lasciarmi trascinare dalla vita ovunque volesse portarmi, che questo significasse rinunciare ai sogni, oppure crearmene di nuovi ogni volta. Forse sono semplicemente pigra, questo è possibile. Forse sono troppo adattabile, come mi hanno più volte detto. Forse non ho il coraggio di lottare per ciò in cui credo. O forse in realtà non credo e basta. Non c'è qualcosa in cui credere se non in quella forza stravagante che fa muovere il mondo.
Ma se potessi tornare indietro e modificare il mio destino (o la mia storia) sarei felice più di quanto sono adesso? O meglio, sarei più propensa a credere che esista la felicità?
E i miei sogni col mio destino che c'entravano? Cosa c'entrano adesso?
E, soprattutto, ho mai avuto davvero scelta? Entro quali limiti, in che misura?
La scelta di non voler dare un senso a tutto ciò che mi circonda è stata liberatoria, ciononostante le domande continuano a venir fuori. Non le stesse di un tempo, ma in modo alquanto fastidioso.
E temo non ci sia risposta valida al mondo.

1 commento:

monicabionda ha detto...

nuovo consiglio di lettura - fuorviante il titolo
"Domani nella battaglia pensa a me" di Javier Marìas.
Nonostante le apparenze non è un romanzo d'amore.