11.9.13

Segni

Mi osservo i piedi.
Tre anni fa sono stata in India per la quarta volta. Il viaggio più pesante dei quattro, forse perché ero già tesa. Stavo partecipando al primo anno di Torneo letterario, dovevo leggere una serie di opere altrui e valutarle e lo facevo con il portatile, quasi ogni sera. Conoscendomi, mi ero attrezzata nel migliore dei modi. Pantaloni lunghi, magliette con le maniche corte, cappellino da baseball e scarpe comode.
Sandali Clarks, morbidi ed elastici.
Nessuna insolazione. Nessuno sguardo indiscreto date le spalle coperte, nessuno che cercasse di guardare le caviglie. Elastici al fondo dei pantaloni per chiudere ogni possibilità. Non mi sono scottata le spalle, nemmeno il naso - che invece di solito soffre - ho sudato moltissimo.
Come una viaggiatrice esperta e zozza ho usato ogni giorno lo stesso paio di pantaloni, spessi e comodi, alternandoli la sera con quelli leggeri e un po' più carini.
Abbiamo camminato ore, giorni, chilometri e chilometri su e giù per il nord, da Delhi a Calcutta e ritorno.
Mi osservo i piedi.
Sono stata là tre anni fa. Poco oltre le dita e poco prima della caviglia ci sono due strisce bianche su un piede appena dorato. Non ho preso sole da allora. Ho usato un guanto di crine per lavarmi ogni giorno, ho sfregato e insaponato bene. Il segno dei sandali è ancora lì.
Se un paese fa questo al corpo, quali segni lascia dentro all'anima?

2 commenti:

easy runner ha detto...

Di più, immagino ne lasci molti di più e incisi profondamente nell'animo.
La pelle sai, si può sempre fregarla tornando a camminare sotto il sole con un paio di sandali che lascino scoperta la porzione di pelle dispettosa.
Meglio che torturarla con il crine, n'est pas?

Easyciao.

PaolaClara ha detto...

Ci sono cose che mi resteranno per sempre, dell'India. Questa dei piedi è la superficie che emerge, nonostante i sandali diversi e le camminate già fatte il segno non scompare. Dentro come fuori.
Tutto di me pare dispettoso, specie verso me stessa...