18.5.10

Pane, burro e zucchero

Tra gli otto e i dieci anni non c’era momento in cui non avessi un libro in mano. Come aprivo gli occhi al mattino, se non ero obbligata ad andare a scuola (cosa che ho sempre detestato) avevo un romanzo in mano. Roba semplice, per iniziare. Poi sempre più complicata.

Capitava spesso che mangiassi con un libro aperto davanti, senza ascoltare una parola di ciò che mi veniva detto e trangugiando la minima quantità di cibo indispensabile per la sopravvivenza. Così, anche quando al mattino mi alzavo, la prima cosa che facevo era aprire un libro e leggere facendo colazione.

La nonna Mity mi portava anche la colazione a letto. Qualche volta mi preparava pane, burro e zucchero. Io mangiavo e leggevo.

Qualche anno dopo, quando la nonna non c’era già più, mi è capitato di riaprire quei libri. Tra le pagine, indelebile, l’odore di pane, burro e zucchero mi ricordava di tutte le volte che la nonna mi ha salvata. Dalla noia, dalla banalità, da una vita senza sogni.

Adesso, ogni tanto, vorrei poter aprire ancora qualche libro con quell’odore. L’odore dei sogni ancora da realizzare, i miei.

2 commenti:

Fata ha detto...

Sempre meravigliosa la memoria olfattiva! Ti colpisce nei momenti più impensati portandoti di colpo esattamente al centro del ricordo che scatena!!!
Anche per me pane, burro e zucchero è uno dei ricordi dell'infanzia!!!

PaolaClara ha detto...

Anche perché a mangiarlo adesso avrebbe effetti collaterali indesiderati... ;P