21.5.10

Bah!

Certe volte va così. Certe volte la gente ancora mi stupisce, ma per lo più mi annoia a morte. Con tutte le paranoie che si trascina dietro, con l'arroganza, la supponenza, l'ignoranza con cui si distingue.
Chiariamo: ho le mie belle paranoie anche io, mi guardo allo specchio e non ci trovo una diciassettenne. E ciò mi preoccupa. Poi mi ricordo che ho 40 anni e che sarà difficile che torni diciassettenne in questa vita. Insomma, se mi concentro un tantino, quanto basta, mi rendo conto della realtà e ne prendo atto. Non pretendo che il mondo giri tutto intorno a me, che le mie puzzette sappiano di violetta o che la gente incontrandomi si inchini.
Sto partecipando a un torneo letterario, sì che non ho un cavolo d'altro (e di meglio) da fare. Fin qui tutto bene. Se non fosse che a un certo punto, mossa da curiosità riguardo all'identità degli altri partecipanti (tutti obbligati all'uso dello pseudonimo onde evitare inciuci), ho cominciato a leggere i vari commenti sul blog relativo e soprattutto sulla pagina facebook dedicata all'evento. Ecco, non dovevo farlo. Andava tutto bene; avevo da leggere e valutare lavori altrui mentre gli altri facevano lo stesso col mio. Poi, con la conclusione della prima parte del torneo tutto è diventato assurdo. Già prima c'erano dichiarazioni di voto inquietanti - che dare 2 a qualcuno mi sembra più un fatto di cattiveria che un giudicare sereno - poi hanno cominciato a sorgere dubbi riguardo all'onestà di chiunque. Dagli organizzatori del torneo ai vari partecipanti, con la pretesa di essere il classico genio incompreso escluso da giudizi di gente ignorante (essendo ognuno giudice e scrittore allo stesso tempo si prospetta l'orrenda visione di scrittori ignoranti...).
Insomma. Da un torneo eccezionale, viste le prime esclusioni, si è giunti a un torneo truccato, insulso, stupido pieno di "altri" che pretendono di saperne più di noi...
E che palle! Possibile che non si riesca a 1) giocare secondo le regole, 2) capacitarsi della propria esclusione 3) accettare i giudizi di un altro con serenità senza cominciare con le teorie del complotto e darsi addosso come delle bertucce?
Il mio criterio di giudizio è stato semplice. Dando per assodato che non si trattava di letteratura alta ho valutato poche cose come la grammatica, l'originalità e l'emozione che uno scritto mi dava. Non ho infierito sui lavori che non avrei mai acquistato e non ho esaltato quelli che mi piacevano, ma che avevano dei limiti.
Sì, alla fine sono stata esclusa anche io, ma non è grave. Affatto. Sapevo che il mio lavoro aveva dei limiti, non ho mai preteso di fare letteratura, a me piace raccontare storie a chi le vuole ascoltare. Altrimenti liberi di non ascoltarle. Ma non mi sogno nemmeno un attimo di fare l'offesa. Non avrebbe senso.
Sarei esattamente quello che non voglio essere.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo è uno dei tanti motivi per i quali ti stimo
TheKid

PaolaClara ha detto...

Se continuo così, finisce che mi stimo anche io...
;P

LB ha detto...

www.demomagazine.it
non c'è trucco e non c'è inganno! :D

pyperita ha detto...

Sembra che ormai sia difficile accettare serenamente una decisione senza gridare al complotto. Il tuo mi sembra un atteggiamento molto maturo.