27.11.13

Concatenazioni

Quanto tempo è passato da quando ho cambiato lo sfondo del blog?
Nove giorni.
Esatti. E io sentivo arrivare qualcosa. Un cambiamento.
Niente di eccezionale, finora. Ma in nove giorni ho ricevuto input, risposte e proposte a profusione.

Attestati di stima, prima di ogni altra cosa, che non aspettavo e che certo mi fanno piacere ma che da soli non mi spostano da dove sono.

Sono stata eliminata al torneo, come previsto e tra l'altro come desiderato. Perché se e quando un mio lavoro sarà pubblicato, è meglio che lo sia nella sua forma migliore e quella forma non lo era.
Ho ricevuto giudizi cui mi piacerebbe poter rispondere uno a uno, ma alla fine le mie considerazioni le farò nel momento in cui avrò decifrato esattamente il loro significato. Intanto ho ammorbato le amiche.
"Certo che la critica è talmente soggettiva... - dice una - tutti concordano sul fatto che scrivi correttamente, ma il resto credo che sia molto influenzato dai gusti di ognuno."
"La sintesi mi pare che sia - secondo un'altra - che non è chiaro se vuoi scrivere una storia d'amore o una di fantascienza, quindi chi si aspetta l'una è confuso dalla fantascienza e chi si aspetta l'altra è deluso per una caratterizzazione non precisa."
E certo, visto che tendenzialmente era un romanzo di fantascienza in cui c'era una storia d'amore; visto che l'anno scorso come romanzo di fantascienza non era andato benissimo, ché pare non sia bello che ci si ami nei romanzi di fantascienza; visto che mi sono divertita a etichettarlo come romanzo di "sentimenti" per vedere cosa succedeva... ho capito che 1) sono io che ho confuso i poveri giudici spacciando un romanzo di un genere per un'altra cosa e ben mi sta se mi hanno bocciata - ma quanto possono influire le etichette, mi chiedo, nel modo con cui ci avviciniamo a qualcosa? e 2) il problema in generale con i miei scritti riguarda i contenuti e non troppo la forma - accettata questa cosa come cosa vera e giusta, nonché inevitabile, non mi resta che mantenere i miei contenuti e migliorare la forma. Dite che è un controsenso? Io non credo.

Ho due date precise per le nuove presentazioni del vecchio libro:
12/12 a Torino dalle 18,00 presso Supercibarius (negozio di alimenti e prodotti bio), e
19/1 a Trino Vercellese, orario e luogo da comunicare, ma confermato l'appuntamento.
Tocca preparare una scaletta, delle cose da dire, scegliere l'accompagnamento, assicurarsi di avere i libri in caso qualcuno li volesse, decidere come gestire l'evento.
Credo che non sarà difficile.

E un progetto in più, sempre legato alla scrittura, di cui parlerò se e quando partirà. Un progetto che non riguarda solo me e che mi spaventa a morte, perché mi toccherebbe cambiare sul serio. E sono anni che in mille mi dicono che devo smettere di nascondermi nel mio angolino. E hanno ragione, perché la mia tendenza è quella. Rinunciare a tutto pur di non perdere le mie certezze. Perché io mica ho paura di fallire, no. Io ho più paura di riuscire. E non solo perché non so se voglio davvero fare quel salto, se mi piacerà una volta che il sogno sarà vero (capitava per la danza, capita sempre e comunque), ma sostanzialmente ho paura di vivere. Il che mi porta a mettermi sul ramo di un albero e sognare a più non posso, tipo bradipo, senza muovere un pelo. Anche quando sono infelice. Ora che non sono infelice, forse è ora che mi muova.

Ultimo, ma non da meno, il libro che sto leggendo... "Volevo essere una farfalla" di Michela Marzano. Non per il tema, ma per quanto mi stia dicendo, pagina dopo pagina. Non si riesce a leggerlo tutto di un fiato, non si può. Si deve centellinare, tanti sono i collegamenti con la mia vita - pur essendo io totalmente diversa dall'autrice - e quante piccole sofferenze condividiamo noi donne, noi figlie, noi che ambiamo al controllo o che fatichiamo a lasciarci andare. Noi che abbiamo paura. Ecco, questo libro in questo preciso istante è come un dono. Ora che ho la mia solita paura di fare un passo avanti anche se so che me lo merito tutto e che un metro più in là starò ancora meglio che qui.
Perché lo so. Ora lo so.

Nove giorni. Un nanosecondo, un'eternità. Il modo in cui la Vita si muove in  perfetta armonia, a volte.
immagine di Bitstrips.com

2 commenti:

easy runner ha detto...

Hai visto te?
E' bastato dare una mano di colore allo sfondo del blog e subito grandi novità si affacciano all'orizzonte.
( sei di un misterioso però... )
Probabilmente, se facessi dare una mano di bianco in cucina, ti verrebbero in mente nuove ricette per il risotto.
A leggere l'intervista, pare essere la tua arma migliore.

Easyweekend cara:))

PaolaClara ha detto...

Easy, tocca darsi un velo di mistero addosso prima di uscire con la faccia da autrice...
E, in caso, nella prossima vita magari faccio la cuoca per davvero. Nel frattempo affilo le penne e stempero l'inchiostro e il colore, che mi saranno utili.
Slow weekend a te!