16.6.13

Esigenze

Non è raro che io mi domandi quale sia il motivo che mi spinge a scrivere, e a scrivere tanto. Credo sia l'unica cosa che ho sempre fatto, dalle elementari fino a ora. Diari, lettere, cartoline, poesie, racconti o romanzi lasciati sempre a tre quarti, quaderni riempiti con testi di canzoni riportati a memoria, banchi, fazzoletti di carta, scarpe, foglietti sparsi, tovagliette in pizzeria. Ho scritto ovunque.
Forse l'esigenza è quella di lasciare una traccia, seppur minima, di me. Forse la mia timidezza o la mia paura di vivere, forse l'impressione che parlando non avrei avuto la stessa efficacia...
So che in qualsiasi momento io mi trovi, se ho una penna o una matita in mano oltre a disegnare occhi mi metto a scrivere qualche parola.
Spesso mi chiedo se quel che scrivo può interessare a qualcuno. Me lo chiedo quando mi impegno per finire un romanzo, cosa che richiede un certo sforzo. Perché poi lo devo abbandonare e con lui anche i personaggi che ci abitano dentro. Parti di me.
Quello che poi mi domando è se valga la pena di tentare una via seria nel mondo dell'editoria. Perché ci sono tanti, troppi libri, troppi scrittori, troppe voci. Troppo che alla fine ti rende invisibile e se magari avevi anche qualcosa di utile da dire chissà se mai qualcuno lo scoprirà. Senza il titolo, la copertina, la pubblicità, la distribuzione... Siamo abituati a farci portare tutto fin sotto il naso, tanto che a volte la ricerca del libro adatto è limitata a quello che si trova in vetrina. Siamo abituati a non curiosare, non c'è tempo. Siamo abituati a essere snob (e qui lo ammetto, lo sono terribilmente anche quando scelgo di leggere libri di vampiri), a considerare l'esterno - formato compreso - più che il contenuto. Più che lo stile, più che la cura con cui altri ci stanno raccontando qualcosa.
Ma l'esigenza di scrivere resta. Quella di dipingere va e viene, mi stanca di più. Scrivere mi fa vivere cose che non vivrei altrimenti. Se solo penso alla storia fantahorror che ho in sospeso, mi domando quando mai potrei vivere una cosa del genere con tanta nitidezza. Solo scrivendola lo faccio. Quindi scrivo per vivere.
Anche se a volte non scrivo affatto, anche se in certi giorni mi limito a qualche riga qui sul blog.
Che mi dà soddisfazioni, comunque. Se avessi un euro per ogni visita giornaliera su questa pagina, probabilmente avrei bisogno di lavorare solo più mezza giornata. Che poi ci si capiti cercando storie di piedi, come mi capita di leggere nella sezione delle statistiche, o anche solo per errore non importa.
E a volte mi chiedo se non sarebbe più utile inserire i romanzi qui e lasciare che chi li vuole se li scarichi liberamente. Anche per errore.
Perché tanto io non smetto.

2 commenti:

easy runner ha detto...

O cielo PaolaClara! Saranno mica quelli di easy runner i piedi che ammorbano il blog inquinando del pari le statistiche.
Nel caso potrei cambiare in corsa e commentare sotto lo pseudonimo di Easy Rider.
Sempre di corsa in totale libertà si tratta.
Ciao ciao :))

PaolaClara ha detto...

Ma no, lascia pure i tuoi piedi al loro mestiere, che io qui ridacchio leggendo i criteri con cui il "pubblico" giunge a leggermi.
Easyciao pure attè!