21.3.12

Nebbia

Le porte dello spazio-tempo si aprono come sbuffi di geyser. Tre volte al giorno, sempre. Da quando sono nata so che è così. L'apertura dura pochi istanti e attraverso una sottile nebbia arcobaleno si intravede l'altro mondo. Non a tutti noi è dato di vederlo. Io sono una delle poche fortunate, destinata sacerdotessa da alcuni segni prenatali. E' attraverso la nebbia che ho incontrato i tuoi occhi, quando ancora eravamo bambini, e ogni giorno ho preso a cercarti. A volte con affanno, altre volte piena di curiosità. Avrei voluto sapere cosa facevi ogni giorno in ogni momento, ma mi erano concessi solo quei pochi momenti quando, nella cerimonia del Tempo, mi avvicinavo abbastanza da sfiorare col naso la mia porta.
Allora comparivi e mi guardavi con gli stessi miei occhi e con lo stesso dispiacere vedevi le porte dissolversi davanti a te. Anni a incontrarci in questo modo, istruiti su come trasmettere da un mondo all'altro le parole giuste, senza poter dire qualcosa in più. Anni fino a oggi.
"Io muoio" mi hai detto. Come ho capito che non era il messaggio che aspettavano al tempio non lo so. So che l'hai detto a me e che non ho potuto che risponderti "Anche io."
Poi ho inventato, trovato qualche parola che fosse plausibile mentre la mente tornava a quelle due parole.
E ho solo aspettato di vederti ancora, dall'altra parte della nebbia che ci divide da sempre e che comunque ci tiene legati.
Adesso aspetto che la porta si apra. Allungherò una mano verso di te e se la prenderai tenterò il salto. Noi due, che siamo uno, non possiamo più vivere così.
Cosa accadrà dopo non lo posso sapere, devo solo trovare l'attimo e saltare...

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