28.3.12

Me la tiro da scrittrice, per 5 minuti

C'è di buono che il mio lavoro di scrittura mi sembra passabile, mentre una volta mi vergognavo molto di quello che facevo. Non che scrivessi cose orribili, ma rispetto a ciò che leggo di solito mi sembravano molto, molto ingenue. Prove di scrittura destinate a un pubblico che non legge.
Me ne sono resa conto mentre aggiustavo il "tascabile" per il torneo e dovendo tagliare di qua e di là non avevo grossi problemi di ristrutturazione dell'opera. Se avessi tentato un'operazione del genere su quello che per gli amici è "J&J", il fantahorror, sarei impazzita nel tentativo di rimettere a posto dettagli sparsi qua e là, piccole cose che alla fine fanno il romanzo. E la struttura stessa del lavoro non è così semplice.
Allo stesso tempo mi sono reinnamorata del tascabile, anche se non nella versione che ho dovuto "striminzire" per rientrare nei limiti. Il lavoro che avevo iniziato per riscriverlo è decisamente buono e non andrà perduto. Se solo avessi tempo...
Perché il fantahorror necessita della fine e non solo, ma il resto del lavoro preme. Preme tantissimo, tanto che se solo riuscissi a scrivere 3 o 4 romanzi in contemporanea come faccio quando leggo libri, nel giro di un anno avrei tanto da stampare per gli editori e invece, dovendo restare su un lavoro per volta mi sento rallentare, distratta dalle voci di altri personaggi che cercano di attirare la mia attenzione. Mi servirebbe una serie di cloni.
Anche solo un'altra me che lavorasse al mio posto quelle ore che mi servono per mangiare.
Il mio io creativo necessita di spazio.  Vado e glielo do...

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