15.3.12

La triste invadenza della realtà

Ho avuto grandi sogni, un tempo.
Mi è sempre piaciuto pensare che sia più il mio mondo quello onirico, tanto che anche ora confondo spesso i due piani e mi rifugio in mondi alternativi che mi creo apposta. E sognavo anche nel senso di progettare un futuro a mia immagine. Futuro che non è mai diventato quello che volevo a causa della realtà.
Quando a vent'anni ho pensato che avrei dovuto lavorare per non pesare più su mia madre mentre tentavo la mia carriera di ballerina/showgirl e insegnavo danza per poche lire al mese non mi sono resa subito conto che il lavoro contrastava fortemente con la mia carriera. Dovevo stare lì nove ore al giorno e stando lì non avevo possibilità di andare ad audizioni, a fare stages che non fossero nel weekend, a lavorare fuori città, a fare spettacoli pomeridiani e anche lezioni pomeridiane.
Poi le cose sono andate come sono andate, ma non avrei potuto continuare a lungo. O si fa una cosa o se ne fa un'altra. Per la prima volta realizzavo che sogni e realtà sono incongruenti.
Credo di aver smesso di sognare in quel senso. Fare progetti per il futuro mi sembra, oggi, assurdo. Lascio che le cose scorrano da sole e se quello che vedo non mi piace, allora mi lancio in creazioni di mondi diversi, come quelli di cui poi scrivo.
Così posso vivermi delle avventure impossibili e raccontarle ad altri. E a tal proposito sono qui che studio come procedere con i progetti di scrittura. Il tascabile è al torneo, credo che lo sistemerò comunque ancora prima di proporlo ad altri perché non sono del tutto soddisfatta del risultato (ma dovendo rientrare in certi limiti imposti non ho potuto fare di meglio). Il romanzo orrorifico (ma fico) è vicino al termine (certo, poi tocca rileggere, controllare, limare, aggiustare etc), altre storie premono per venire messe su carta, alcune più personali, altre un po' meno. Ma premono.
Bisogna che io mi metta lì e ci lavori, invece che sognare di farlo. Decisamente meno gradevole, ma necessario.
Come la realtà.

2 commenti:

easy runner ha detto...

Scrivi che il tascabile sarà da riprendere in mano, ma vedrai che al massimo tornerà spiegazzato dal torneo e si tratterà di rinfrescarlo con una stirata.
L' orror fico è in sartoria per l'ultima prova.
Dopo una rilettura, la limatura qua e là, un'aggiustatina alla lunghezza, si potrà imbastirne l'orlo.
Altre pezze di stoffa sono sparpagliate sul tavolo da lavoro, in attesa del primo taglio.

Insomma, alla triste invadenza della realtà, l' haute couture della sartoria PaolaClara contrappone una passerella di mondi onirici dai suggestivi toni e colori.

En courant, un saluto e un buon week end dalla rive gauche.

easyrunner

PaolaClara ha detto...

Ecco, Easy, mai commento è stato più vicino alla totale commistione tra sogni e realtà...
Sartoria... ahimè. Domani si torna alla realtà e tutte le spiegazzature oniriche avranno un piccolo spazio nelle 24 ore. Però i ritagli son tutti loro...
;P
Buona settimana!