22.4.09

Falling into the wild

Ho sentito parlare di Chris McCandless anni fa, dopo aver visto un episodio di Millennium (2x12) dal titolo "destinazione Alaska". Molto prima del film di Sean Penn.
All'epoca non mi interessai tanto alla storia. Sono quelle cose che ascolti, ma che non ti toccano perchè sei presa da altre cose. Storie di giovani lontani. L'episodio mi era piaciuto, ma il tutto si era fermato più o meno lì. A parte il fatto che mi sono stampata le ultime parole che il ragazzo nel telefilm scriveva sul suo diario e ce le ho appese un po' ovunque a casa e al lavoro.
Per ricordarmi cosa vuol dire essere vivi.
Poi ho visto il film, la storia la conoscono un po' tutti. Mi sono persa nelle immagini meravigliose di paesaggi che non vedrò mai, leggendo i testi della bellissima colonna sonora di Eddie Vedder, cercando di non seguire solo i dettagli.
S'è detto di tutto su Chris. Su di lui e sul film, piaciuto o meno.
In qualche modo io mi sento vicina al protagonista. Certo non negli estremi. Trovo sia stato sciocco intraprendere un viaggio in Alaska come il suo senza un minimo di preparazione. Cartine, studio, non solo teoria ma anche pratica.
Quel senso di libertà che però lui prova nell'abbandonare la società così come la conosciamo, nel rinunciare a possessi ed etichette, a limiti che in qualche modo il nostro status ci impone... io quello glielo invidio.
Mi piacerebbe molto avere quella libertà. Non essere costretta a "mantenere" le mie cose. Non dover comprare, avere, curare. Mi piacerebbe essere invisibile, non rintracciabile, senza vincoli come una casa, un posto di lavoro, oggetti, abiti, quelle piccole cose che ci riempiono la vita.
Poi non sono il tipo, ma certe volte questo mondo mi sta stretto.
Le letture di Chris gli hanno fatto capire quali sono le cose importanti, le mie letture mi hanno trasmesso più di tutte le persone che ho conosciuto. Ma da qui ad abbandonare tutto per una visione utopistica, per quanto allettante, della società ideale... Insomma, ci va coraggio.
Ce ne va davvero molto e forse solo un giovane idealista può pensare di poterlo fare.
Purtroppo non sono una idealista. Forse non lo sono mai stata, forse un tempo lo ero e mi sono arresa. Non so nemmeno più se vorrei esserlo.
Avere quella forza che solo un ideale può dare. Perché la vita è tutto fuorché ideale. Alla fine ti schiaccia, se non ti ci abitui, se non ti lasci trasportare, se non abbandoni quella parte di te che vorrebbe controllare il proprio destino.
Io credo nel destino, in qualche modo. Non sono fatalista, ma ho idea che in noi ci sia già scritto "chi siamo" e qualsiasi sforzo facciamo per essere qualcosa di diverso non fa che portarci a sbattere qui e là come macchinine a molla. Finché non ci spacchiamo o non impariamo a vivere.
Credo che Chris fosse realmente in pace quando è morto. Credo che avesse capito.
E nei miei sogni lo imito, fuggo da tutto, mi libero dei miei pesi e corro nei boschi con lui...

1 commento:

branzino ha detto...

passo per augurarti buon weekend