25.4.09

Alta velocità

Viviamo tempi bizzarri. Tutto va veloce, anche troppo. Le notizie durano poche ore, le tragedie pochi giorni. Ci si abitua un po' a tutto e alla fine si vive anestetizzati.
Quale sia il problema non saprei esattamente. Si parla di perdita di valori, più che altro. Che poi siano valori cristiani o semplicemente umani non cambia molto.
Qualcuno, per strada, s'è dimenticato di trasmetterli. Forse pensava che toccasse ad altri, così anche gli altri pensavano che toccasse ad altri e ad altri ancora.
Alla fine tocca a noi subirci tutti gli effetti. Non solo i danni che alcuni fanno senza assolutamente pensare di fare qualcosa di strano, ma anche lo scaricabarile delle responsabilità.
Ci si è anche scordati della natura umana, che non è delle migliori. Una mucca è certo meglio di noi. A una mucca non verrebbe in mente di incendiare la coda a un'altra mucca per divertimento. A noi si. Che poi qualcuno abbia ancora l'idea che un bimbo sia una creatura innocente, mentre solo l'adulto è capace di cattiverie innominabili... Vabbè.
Io sono vecchia.
Cioè, non sono più abbastanza giovane per capire. Ai miei tempi tutto era più lento. Non avevo tutto subito. Mamma mi spiegava che non era possibile, che per avere le cose bisognava aspettare il giusto. Meritarle, innanzitutto. Poi, se si trattava di cose da acquistare, bisognava aspettare di avere i soldi. C'era un valore per ogni cosa e ogni cosa si assaporava più per la fatica di averla che per un reale soddisfacimento della necessità.
Oggi sembra che tutto si debba avere subito. Perché gli altri ce l'hanno, perché è urgente, perché ha più valore avere l'oggetto in sè, o la soddisfazione, piuttosto che guadagnarsela. Sembra sia un obbligo soddisfare le necessità immediatamente. Tutto sembra dovuto.
Quando non succede?
Non so se sono io, ma non ho mai fatto grandi tragedie quando non potevo avere qualcosa. Non ho pensato di andare e prendermela con le buone o con le cattive. Non ho pensato di uccidere qualcuno perché morivo di noia. Ho litigato animatamente con persone a cui non ho messo le mani addosso, anche se in certi momenti avrei voluto. Non mi è mai venuto in mente di obbligare qualcuno a fare qualcosa se non ne aveva voglia.
Eppure oggi si sente di tutto e ci si chiede perché. Me lo chiedo anche io e mi preoccupa il fatto che ragazzi e ragazze cerchino lo sballo quando non sono nemmeno alle medie. Che bevano per ubriacarsi, non per bere. Che pensino che sia giusto, bello e normale.
Di cazzate ne ho fatte in quantità, giuro. Eppure mi sono ubriacata una volta sola (e non sono una che non beve mai), mi sono sempre divertita godendomi gli attimi che mi guadagnavo. Con gli amici, coi ragazzi, coi miei soldi, con il lavoro e le soddisfazioni che ne ho ricavato.
Non mi importa se non ho avuto tutto e subito. Non mi importa nemmeno se ho avuto tutto.
Quello che ho, quello che sono, me lo sono ampiamente guadagnato.

6 commenti:

Alfonso ha detto...

In bocca al lupo per il tuo libro.

PaolaClara ha detto...

Grazie mille! Non che la mia vita sia diversa, ma son soddisfazioni...

FataMatta ha detto...

Anche perché vuoi mettere la soddisfazione di ottenere qualcosa che si è desiderato davvero, che si è faticato a conquistare?!?

Per il resto non so, vivo il tuo stesso non capire... una sera ad un gruppo di amici, che non erano poi così ragazini e che si stavano perdendo tra bottiglie dell'impossibile e strisce di coca, ho domandato se ero strana io che non avevo bisogno di additivi per godermi la vita o se lo erano loro per cui era il contrario... mi hanno risposto che non lo sapevano, ma guardandomi con un po' di compassione, come fossi io quella strana che si perdeva qualcosa... mi hanno fatto una tristezza infinita!!!

PaolaClara ha detto...

Infatti, che tristezza!

Antonio from Italy ha detto...

Io ho paura e schifo della gioventù di oggi, che non sa aspettare, che non sa soffrire e che non sa rinunciare.
Questa loro bramosia di possesso senza ostacoli mi spaventa, e siccome la situazione può solo peggiorare, temo per la mia stessa incolumità.
Bei tempi, i nostri, quando la mamma ti diceva di no perché non c'erano i soldi. Ricordo con dolce nostalgia quei giorni, in cui si comprendeva il senso di avere e di esserselo guadagnato.
E quando lo racconti a questi giovinastri moderni, loro ti guardano, non capiscono, accennano un mezzo sorriso di compatimento e ti rispondono che erano altri tempi e che è meglio adesso.
Io li incenerirei con un lanciafiamme quando fanno così!

PaolaClara ha detto...

Non sono particolarmte preoccupata per me. Vada come vada. Però mi dispiace che la direzione sia questa...