5.12.07

Un lungo viaggio

Ho dieci anni.
Un caschetto biondo, un fisico normale, una grande vitalità. Sono impazzita per Star Wars, che ho visto da poco al cinema trascinando chiunque mi desse ascolto a vederlo. Per la bellezza di venti volte in poco più di un mese. Sono figlia unica e amo stare sola. Chiudermi in camera mia a disegnare, arrampicarmi su qualche albero per leggere, imparare l'inglese dai testi dei Beatles. Mi piace l'aria aperta, camminare a piedi nudi nella neve, mangiare con le mani, giocare col mio cane Ringo.
Adoro sognare storie che non ho mai letto anche se non ho ancora letto molto. Cantare a squarciagola, strillare acuti nel giardino di mia nonna. Storpiare i testi di canzoni e poesie per dire la mia. E decisamente non amo la scuola.
E' la primavera del 1980, e sto per andare in India con mia mamma.
Un'occasione unica, mi dicono. Forse perchè il biglietto per i bambini è poco costoso e perchè mia mamma continua ad andare là e a tornare con delle cose bellissime. Oppure perchè per una volta, finalmente, ci andrò anche io.
A dire il vero non è che viaggiare mi sia mai piaciuto molto. Ho sempre sofferto la macchina. Dei mal di testa tremendi e una gran voglia di rimettere. Mia mamma è eccitatissima, prenderò l'aereo e farò un viaggio lunghissimo. Non sono contenta?
La mia preoccupazione principale, invece, sono i vaccini. Odio i medici e le iniezioni. Questo da quando il pediatra mi ha vaccinata da piccola facendomi un male tremendo. Io non perdono.
Però stringo i denti, all'ufficio di igiene. Mi faccio vaccinare come una bimba grande e tento disperatamente di non mostrare il mio disappunto.
Che male, però.
Quello che mi fa abbastanza schifo è il chinino, per la malaria. Le pastiglie sono amarissime e ne devo prendere un sacco. Odio anche le pastiglie. E una serie di altre cose che elencherò pian piano.
Non ho paura dell'aereo. Mia mamma è andata tante volte in aereo e non le è mai successo niente. Quindi non mi spaventa. Poi, in ogni caso, lei sarà con me. Questa è l'unica cosa importante. Saremo insieme.
Insieme a noi, come al solito, c'è il compagno di mia mamma. Lui che non ci molla mai un attimo. E' simpatico, quando vuole. Ci sa fare in qualche modo, ma è un disastro ugualmente. Forse è la mia mamma che è super, però lui mi sembra davvero imbranato.
Non devo occuparmi di niente, tranne di decidere cosa voglio portarmi dietro. Proprio con me sull'aereo, non coi bagagli. Non esito nemmeno un istante. Con me viene il libro di Star Wars, che ho appena iniziato a leggere. Non capisco perchè mia mamma guarda il cielo ogni volta che nomino il film, mi ha detto che le piaceva... Però sembra contenta del fatto che io ami leggere.
Mamma è preoccupata che io non mangi. Lo sono sempre tutti, in effetti. Io non mangio molto. Fin da piccola hanno sempre fatto fatica a farmi assaggiare cose nuove e a farmene mangiare a sufficienza. Tranne la Nutella, quella la mangio volentieri. E le merendine Fiesta, anche se mi scatenano l'acetone e le vomito regolarmente. In ogni caso, mamma è previdente e aggiunge alla valigia un sacco di generi alimentari di mio gusto: sottilette, formaggini Mio, insomma qualche porcheriola che posso gustare se non mangio regolarmente.
Pare che in India tutto sia piccante e che sia completamente diverso da qui.
Andiamo da Torino a Roma, per prendere il volo che ci porterà a Delhi. Mamma mi ha raccontato un sacco di storie divertenti sui suoi primi viaggi in India. Pare che fosse rimasta sconvolta, per questo mi ricorda spesso quegli episodi. Devo essere pronta.
Si è messa d'accordo col suo rappresentante, un giovane italo-indiano di nome Shomir, per farci fare un giro anche turistico. Perchè mia mamma ci va per lavoro. Lei importa cose che si chiamano articoli da regalo e che vende ai negozi. C'è un po' di tutto, dall'ottone al vimini, alla cartapesta, al marmo. Quando vado con lei al lavoro gioco spesso con alcuni di questi oggetti e mi diverto un mondo quando arrivano le casse dall'aeroporto con le nuova merce. Mi piace aiutare mia mamma a ordinare le scatole e mettere i prezzi sul campione che resta in vista. Sono una bimba poco ordinata, ma lì sono diversa.
Sull'aereo, mia mamma mi dà una gomma da masticare. Dice che così il decollo non mi darà fastidio alle orecchie. Io la prendo volentieri. Le Brooklyn mi piacciono molto, soprattutto le peppermint. Una volta raggiunto il nostro posto, mamma mi sistema accanto al finestrino ed io tiro fuori il mio libro. Lei mi allaccia le cinture ed io comincio a leggere. Quasi non mi accorgo del decollo e mamma ne è un po' delusa. Pensava che sarei stata emozionata. Invece no.
Dopo Roma, dove cambiamo aereo e ne prendiamo uno più grande, facciamo scalo ad Atene, in Grecia. Lo so che lo sapete dov'è. E' che a me, patita di storia e di mitologia, la Grecia fa più effetto degli aerei. Prima di atterrare e dopo il decollo passo il tempo col naso al finestrino, cercando gli Dei... Per poi tornare al mio amato libro. Unica sosta per il film. Buffo vedere un film con delle cose di gomma azzurra nelle orecchie. Dicono che sono cuffie, ma le cuffie dello stereo di mio nonno sono ben diverse. Boh...
In effetti le cuffie sono una gran cosa. Dopo il film ci gioco a lungo. Passo da un canale all'altro senza sosta. Cambio lingua in pochi istanti, poi c'è la musica classica che piace ai miei nonni e quella jazz che piace a mia mamma. Lei e il suo compagno sonnecchiano. Io, come al solito, sono sveglia come un grillo. Non è l'aereo. Sono io che posso passare il tempo come mi pare. Invisibile e sopra alle nuvole...

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