12.12.07

Clara e i suoi piedi

Se c'era una cosa di cui Clara era fiera, questa era la perfezione dei suoi piedi.
Piedi piccoli, un 36 che entrava anche in un 35, forti e soprattutto molto arcuati. Cosa che per una ballerina equivale ad una fortuna. Fin dai primi anni di lezione Clara aveva notato quanti sforzi facessero molte compagne e compagni di danza per dare la forma giusta ai loro piedi, per fare in modo che avessero quella linea estetica così necessaria al loro lavoro.
Col tempo aveva ricevuto i complimenti di amici, insegnanti, colleghe. Aveva imparato ad amarli come parte fondamentale del suo corpo e a riconoscerne i limiti.
Doveva sempre dosare l'energia, quando saliva sulla mezza punta e soprattutto quando doveva salire sulle punte. Correva perennemente il rischio di spingere troppo in là, di andare oltre. Certo, i suoi piedi erano bellissimi, ma le caviglie non erano fatte per equilibri così precari.
Più di una volta le capitò di farsi male, esagerando per entusiasmo con la spinta. Passi quando si trattava di mezza punta, ma una volta riuscì a prendere una storta terrificante mentre provava un balletto con le punte. Il giorno dopo aveva il piede talmente gonfio che non riusciva a metterlo a terra. Eppure, appena sparito il gonfiore, Clara era dinuovo lì a saltellarci sopra.
Coi suoi piedi faceva di tutto, riducendoli in stati pietosi ed allo stesso tempo adorandoli sempre più.
Una tendenza che cominciava a prender... piede in quel periodo era di danzare scalzi.
Chi poteva permetterselo si comprava delle speciali protezioni, una sorta di mezza scarpina da mezza punta, un infradito con una piccola suola esclusivamente per l'avampiede. Con quelle si poteva fare qualsiasi movimento senza rischiare di farsi male.
Un sistema più economico e un po' più scomodo era di mettersi del cerotto telato o anche del nastro isolante intorno al piede, sempre per coprire quella zona su cui il peso tende a farsi sentire. Restava sempre un mare di adesivo sui piedi e non c'era alcool che lo togliesse in breve tempo. Così, spesso, le ragazze danzavano scalze.
Non era un grande problema finchè il pavimento era coperto di linoleum, senza giunte troppo profonde tra i vari pezzi. Purtroppo, spesso i pavimenti su cui Clara e le sue amiche si trovavano a ballare erano in legno, regolamentari per la danza classica e anche ben tenuti, ma terribili se usati a piedi nudi. Schegge, graffi, calli infiniti. E la possibilità, che Clara ovviamente sperimentò, di appoggiarsi proprio sulla linea vuota tra un asse e l'altro prima di partire con una pirouette.
Quella volta, Clara si ritrovò a raccogliere trucioli di pelle fresca e sanguinolenta dal pavimento.
Portando con se il segno indelebile dell'evento.

Da ascoltare: "Footloose" di Kenny Loggins

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