29.1.14

Cuore

Un argomento tra quelli trattati alla presentazione di Trino riguardava l'educazione alla lettura della poesia.
Ora, io non sono una fanatica della poesia. Lo so, le scrivo. Le leggo anche, quando capita. E mi piacciono, alcune, come può succedere che mi piaccia un quadro, un film, una melodia, una canzone.
Fatto sta che una delle partecipanti mi ha chiesto se secondo me fosse necessaria una educazione alla lettura della poesia.
Quello che penso, opinione personale che chiunque può fare sua o rifiutare, è che ci sia la necessità di educare alla lettura in generale. Non solo, educare al bello sarebbe ancora meglio.
Un tempo ci facevano studiare a memoria alcune poesie. Il leggere e ripetere a lungo dei versi in qualche modo ci aiutava a entrare nel significato più profondo. Certo c'era da perderci del tempo, e di tempo non ne abbiamo più nemmeno da piccoli. E questo è già un peccato.
Però non basta. So che per amare la lettura serve leggere, e leggere di tutto. Senza limiti.
Serve una spinta a innamorarsi della parola, della parola ben scritta, del suono che la lettura ad alta voce produce. Serve imparare ad amare le storie, prima di tutto. Esserne curiosi e avidi.
Avidi di vita, perché la lettura è solo e semplicemente vita.
I libri non sono "roba morta", ma non sempre a scuola ci insegnano ad amarli. A me non l'hanno insegnato. Solo la libertà che avevo in casa di prendere in mano qualsiasi volume mi venisse in mente e leggerlo, senza limite di tema o di contenuti.
Credo anche che la poesia, come l'arte, tocchi più certi animi di altri. Non so se dipenda da un'educazione, questo. Credo che ognuno di noi capisca le cose a seconda di chi è. So che non sono chiara.
Oggi dicevo che il mio cane è intelligente, ma non saprebbe distinguere un Picasso da un manifesto pubblicitario (forse a volte nemmeno io). Non è colpa sua e certo se anche glielo spiegassi, davanti a un altro Picasso e un altro manifesto non capirebbe di nuovo la differenza. So che quando leggiamo in più persone la stessa poesia, ognuno capisce una cosa diversa. Ognuno sente una cosa diversa.
E si può educare a sentire?
A emozionarsi davanti a un tramonto? A piangere al suono di una voce angelica? A rabbrividire per un passaggio musicale, per una frase ascoltata o letta?
Chi ci può insegnare il cuore? 

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