24.1.12

Rinunce e criceti

Eccomi qui.
Sempre in attesa di cose nuove, medito su alcuni concetti in ordine rigorosamente sparso, chè non saprei fare in altro modo. Venerdì si parlava di rinunce. Si chiedeva a cosa avremmo rinunciato in cambio di un percorso chiaro, una conoscenza certa, un viaggio nell'universo. Per un po' sono stata in difficoltà. Ho sempre pensato che rinunciare fosse il mio stile di vita. Da una parte, quella materiale, la vita stessa mi ha abituata a pensare che ciò che ho può sparire in qualsiasi momento e, sebbene la cosa non scateni il mio entusiasmo, so che si sopravvive ugualmente. Ho sempre pensato di essere una sopravvissuta. Dal punto di vista più intimo, ho sempre rinunciato più che combattere. Forse non trovavo corretto sprecare energie in qualcosa che non arriva naturalmente, forse niente sembrava così importante da spingermi a lottare, forse l'educazione al non pretendere... non so.
Quindi a cosa sarei disposta a rinunciare ora come ora, conoscendomi?
Al dolore. A quell'inquietudine (di vivere la vita senza te - no, la Pausini no!!!) che mi porta a scrivere le mie storie, le poesie, a dipingere, a creare in genere. Perché mi son resa conto che spesso non scrivo se non sono di quell'umore lì, se non sto un po' male, se non soffro per qualcosa - reale o immaginario che sia.
Ho scelto di rinunciare a quello, perché se non riesco a scrivere quando sto bene dovrei solo augurarmi di star male a vita per produrre qualcosa di utile. Io invece voglio produrre anche quando sto bene, perché so che ne sono capace, se voglio. Altrimenti non produco. Punto. Sarà mica necessario al mondo che io scriva? Qualcuno è lì che non vive senza i miei romanzi? No. Quindi... Insomma. Pazienza. Se non riuscirò a farlo, amen. Ma voglio vivere bene, accidenti, non augurarmi di avere quel mood triste triste che mi serve.
Altro giorno altro pensiero.
Dopo un'intervista barbarica ascoltata in tv, mi domando quanto abbia ragione il giovane Terzani. E in linea di principio ne ha eccome. Poi ci sono altre considerazioni. Perché io anche credo che a volte seguire la società non sia salutare, nè naturale. Nè sano. Perché mi sento come un criceto che corre nella sua ruota per mantenere in funzione un ingranaggio con l'illusione di avere qualcosa in cambio, mentre in cambio mi viene sottratta vita. Solo quello. Un po' come i corpi di Matrix usati mentre la loro mente era convinta di vivere.
Per me questa non è vita vera, questa è sopravvivenza. Per mangiare, per far mangiare un altro e perché l'altro faccia mangiare un altro ancora. Ma non vita. Faccio spesso ciò che mi viene richiesto in modo più o meno subliminale, non ho possibilità di scegliere davvero per la mia vita, perché scegliere significherebbe perdere tutto.
E torniamo alle rinunce. E di nuovo ai criceti. E sarà che seguire la corrente a volte è frustrante rispetto alle aspettative che uno si crea, che in fondo abbiamo bisogno di molto meno di ciò che abbiamo, ma continuiamo a volerne di più. Anche quando lo capiamo.
Va bene, l'insonnia sta facendo i suoi danni... Uff...

4 commenti:

monicabionda ha detto...

ok. io dovrei lavorare e capisco che non ci riesco perchè non ho testa. del resto, ho perso il filo del tuo discorso almeno due volte... :)

PaolaClara ha detto...

eh, lo so. Divento strana quando non dormo e contemporaneamente tento di fare un discorso serio...
;P

easy runner ha detto...

Venerdì non c'ero e anche l'intervista al giovane Terzani me la sono persa, mi sa che stavo correndo sulla ruota in competizione con un criceto.
Però dopo un paio di riletture ho risolto che, una privazione di qua e una di là, si può imparare a vivere con meno bisogni.
Lasciamo stare la rinuncia al dolore, che tanto possiamo mica starci tutti sull'ermo colle pigiati a poetare.
Se poi al quadrivio non ci sentiamo sempre obbligati ad aprire google maps e qualche volta lanciamo in aria la vecchia monetina, non è detto che la non scelta si riveli una sciagura.
Capita anche a me nel bosco del Vaj di esitare quando due sentieri si dipartono ai piedi del castagno.
Bim bum bam e se ho preso quello sbagliato sta a vedere che il destino vuole che inciampi nel porcino del secolo.
Ti sembra che sia in stato confusionale?
Vorrà dire che saremo in tre a soffrire d'insonnia.

quattro, con il criceto che non smette di correre.

easyabbracci...:))

PaolaClara ha detto...

Nemmeno io ero in casa venerdì, ma ho visto la puntata dal sito di La7, come faccio comunque più spesso di quanto io rispetti il palinsesto altrui. Che già mettermi d'accordo da sola...
Che poi, anche se pubblico libri di poesie, ci tengo a precisare che io NON scrivo poesie. Semmai parole che vanno a capo...
Lungi da me fare della noiosissima letteratura ;P