9.8.13

Occhi

Ho passato anni a guardare allo specchio un'immagine che non ero io.
Continuavo a guardarmi negli occhi e non riconoscerli, quasi fossi abitata da altro spirito, non il mio.
Eppure ero io, se mi guardavo bene. Ogni tratto del viso, sebbene modificato dal peso e dall'età, era al suo posto. Lo stesso da quando mi sono persa.
In questi giorni ho ritrovato i miei occhi. Non so dire perché proprio adesso e come sia successo. Ho alzato lo sguardo e loro erano di nuovo lì. Scuri, profondi, aperti. Leggibili. Vivi.
E subito ho pensato a quanto c'è, dentro a questi occhi.
Si nota ogni traccia di dolore, ogni graffio di solitudine forzata, ogni cicatrice di tradimento e di sopraffazione. E la consapevolezza. Quella, forse, una volta mancava.
Non sto a raccontare tutto daccapo, no.
Solo che ora mi guardo ed è tutto più chiaro. Ho ritrovato chi sono.
Cosa debba farne di me stessa, per poter vedere una luce nuova brillare nel fondo del mio sguardo. Vorrei che fosse felicità, cosa in cui raramente credo. Vorrei, allora, fosse anche solo serenità.
Ma c'è qualcosa dentro che ancora non me la concede, questa fortuna.
Vorrei che nelle mie righe fluisse la mia vita, perché sono stufa di portarmela appresso. Ne voglio una nuova. Il che non significa che io lo voglia esternamente.
Voglio la vita dentro, quella che non c'è. Che fatica ad attecchire, radici deboli in un terreno che non è arido ma duro. Ora che almeno so chi sono, vorrei diventare ciò che devo.

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