18.5.11

Dualità

Su quello che ho io faccio affidamento. Quello che voglio lo guardo con sospetto, perché tendo a volermi fare male e certe volte evitare il massacro è meglio che andarci correndo.
Tutto quello che ho cercato in vita mia si può riassumere con equilibrio e leggerezza. Che in un certo senso posso ricollegare alla danza, alla fantasia, al desiderio di perdere la dimensione corporea e diventare puro spirito.
Ma non sono una persona equilibrata di natura e trovare questo minimo equilibrio m'è costato fatica e quasi quarant'anni di vita. Per la leggerezza aspetto di essere puro spirito, che tanto...
Capita che io pensi alla passione. A quello che c'era in me prima dei vent'anni, prima dei diciotto. Prima. In quel breve lasso di tempo in cui la ricerca di un equilibrio almeno fisico in punta di piedi mi ha tenuta sospesa oltre ogni problema. A quella cosa che ogni tanto prende lo stomaco e i sensi. Che non ti lascia dormire, nè ragionare. A volte mi manca. Mi sento spenta, perché in certi momenti la passione sembra una cosa così lontana...
Che cosa volevo davvero? Equilibrio o passione? Ho come l'idea che non possano coesistere.
Tutto quello che so mi rende cinica e in qualche modo arrendevole. Tutto ciò che conosco non ha fatto che farmi male. Tutto ciò che ho amato mi ha portata a perdermi.
Per questo ho scelto l'equilibrio, per non impazzire. Ma il prezzo qual è?

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