8.5.11

Risveglio in una cella oscura

"Non riesco a stare sveglia, mi addormento in continuazione. E a ogni risveglio sento l'amaro in bocca. Mi viene in mente che forse ero più felice quando la mia vita aveva uno scopo. In fondo no, non lo ero comunque. Avevo solo una fuga in più dalla realtà. Un sogno.
E non è servito a molto sognare, nè qualsiasi sacrificio io abbia fatto per raggiungere il mio obiettivo. Mi chiedo perché dovrei volere uno scopo nuovo, perché dovrei averne uno. A che pro?
Per dimenticare che la vita non ha un senso se non gliene dai uno tu? Per immaginare un legame con questo mondo e con questa materia che vada oltre il mio destino comune?
Non faccio altro che tentare di allontanarmi da qui, da una vita intera. Mi rifugio in sogni, in fantasie, in melodie che mi catturano. La danza serviva a questo, scrivere serve a questo, come sognare.
Un posto dove posso essere qualsiasi cosa e chiunque, posso fare e non fare. Posso uccidere i miei demoni e amare con un'energia che qui non posso nemmeno sperare di avere. Qui non è permesso vivere felici.
Qui si può solo riempirsi le giornate e le mani di cose che non ci servono. Qui c'è il vuoto, c'è una nube nera che non permette di vedere la luce, c'è il desiderio di essere immortali.
Qui c'è solo stupidità e false speranze. Ci sono superstizioni e raggiri. C'è sfruttamento delle debolezze altrui, c'è finta pietà, finto successo, vite e corpi finti. C'è immagine dove non c'è più sostanza.
Desiderio di onnipotenza. Delirio e rituali collettivi dove si invoca il nome di un buffone credendolo un dio. Non c'è più il contatto con ciò che è vero, con luce, amore e morte. Non c'è altro che paura nei nostri cuori e non facciamo che odiare per sfuggire alla nostra ignoranza e debolezza. Non vogliamo ammettere di essere semplici animali che dopo aver vissuto una certa evoluzione stanno semplicemente tornando indietro. Alla polvere da cui siamo nati e alla barbarie che alberga nei nostri animi inquieti.
Vorrei brandire una spada e lottare fino alla morte per difendere qualcosa, ma qui non c'è nulla che valga la pena di essere difeso. Nemmeno la libertà esiste se non in un concetto astratto che usano per tenerci ingabbiati ancora più di prima. Non ci vorrà molto prima che comincino a mangiarci dopo averci tenuti all'ingrasso. Tanto non ci ribelleremo, si fa troppa fatica a reagire.
Sarà che non vediamo il sole da decenni, sarà che non conosciamo nulla se non il nostro mondo di gallerie e labirinti sotterranei. Sarà che viviamo come topi, che manca la speranza e che alla fine ci basta sopravvivere un giorno in più... "

Sam (protagonista di uno dei miei lavori), 2091.

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