26.3.08

No limits world

Credo che abbiamo sbagliato qualcosa.
Non so chi, quando, ma so che quello che vedo non mi piace e mi sembra impossibile che siamo stati noi a rendere questo mondo così com'è.
Abbiamo molto, voglio dire, non è che ci sia da rimpiangere qualche epoca passata. Solo che qualcosa stona. Io non saprei dire da dove è cominciato. Non so nemmeno se ci ho fatto caso da subito. Un po' come Neo in Matrix. Mi giro e vedo qualcosa, ma subito dopo la realtà cambia forma e mi sembra tutto a posto. Solo che lo so che non lo è.
Mi vedo adolescente. Anni '80.
Sono una ragazza ribelle, ma relativamente normale. Vado a ballare quasi ogni sera in cui la disco è aperta. Almeno un salto ce lo devo fare. Non per la compagnia, che non ho e di cui non mi importa. Vado solo per ballare, ma non sono chiusa nel mio mondo. Vedo le persone intorno a me. So come si comportano, so cosa fanno, chi devo evitare. A qualsiasi età i maschi sono lì per provarci, o per bere qualcosa e provarci. Io vivo fuori città, in provincia. Qui si beve sempre un po' più del dovuto e si macinano chilometri in auto, in moto, in vespa per andare ovunque. I ragazzi passano più tempo in preda ai fumi dell'alcool che svegli. Qualcuno di loro si fa le canne. Pochi si schiantano in auto anche se qui c'è la nebbia 12 mesi l'anno. Anche se sono ragazzi e vanno veloci, anche se non sono proprio piloti provetti. Anche quando scherzano e spengono i fari parafrasando Battisti, per vedere l'effetto che fa. Anche se solo gli incroci importanti sono illuminati. Ogni sera so quanto bevono e so che tornano a casa.
So quando qualcuno passa il limite. Ne ho viste tante. Come minimo li trovo fuori a vomitare quando esco, oppure evito la rissa quando restano dentro. Qualcuno lascia la macchina nel fosso, ma torna a casa. Magari a piedi, così smaltisce la sbornia.
Gli alcoolici costano. Motivo per cui chi ci vuole provare beve la metà. L'altra metà dei soldi la spende per fare bere te. Non si sa mai. Qualche volta ce la fanno. Qualcuna accetta il primo, il secondo e il terzo bicchiere. Poi perde il conto. E non sa bene che fa. Ma è ancora libera di scegliere come finire la serata. Al massimo si sentirà apostrofare poco gentilmente, forse in ogni caso. Qualcuno riderà sotto ai baffi se ce l'ha fatta e il giorno dopo magari ci prova con un'altra.
Ma sono innocui. Quasi tutti.
Io faccio tardi, esco quando le luci stroboscopiche ormai sono spente, quando le cameriere passano tra i divanetti a raccogliere i bicchieri rimasti in giro e i deejay hanno finito di fare anche le prove per il mix di apertura di domani...
Oggi è tutto diverso.
Esci e devi aver paura che dei ragazzini vogliano un servizietto da filmare col cellulare per poi ricattarti o sfotterti. Non sanno aspettare, questo è il mondo del tutto e subito.
Devi bere facendo attenzione a non lasciare il bicchiere incustodito, perchè ci mettono un attimo a drogarti. Devi fare attenzione a non confonderti con tutti quelli che per tirare al mattino si impasticcano con qualsiasi cosa. Qualsiasi effetto abbia. Tutto e subito.
Auto veloci, nessuna regola, niente educazione, sono ragazzi. E si uccidono. E uccidono anche te se sei d'intralcio. E viene da chiedersi se è davvero solo colpa dell'alcool.
Viene da chiedersi perchè ci sia bisogno di una serie di pasticche per divertirsi. Perchè ci sia bisogno di essere soddisfatti 24 ore su 24. Soddisfatti o rimbecilliti.
Viene da chiedersi perchè non ci sia il rispetto per gli altri. Perchè non esistano limiti.
Perchè non ci sia educazione.
Sono ragazzi...
Sono stata ragazza anche io e, giuro, non ero una tranquilla. Non amavo le regole e ho sempre vissuto a modo mio. Ma non ho mai dimenticato quale fosse il modo di comportarsi, perchè a me l'hanno insegnato. Esageravo, sì, ma sapevo che c'era un limite. E non sono andata mai troppo oltre. Non ho mai pensato di prendere con la forza una cosa che non mi apparteneva. Non ho mai cercato di apparire migliore di altri. Ho accettato i miei limiti, i miei ritmi, le mie risorse.
Non ho voluto a tutti i costi rintanarmi in un mondo inesistente. Non ho accettato le mode, le prepotenze, le cose da bulli. Perchè di stupidi c'era già pieno il mondo ed io non volevo essere stupida. Volevo solo sentirmi libera. E lo ero anche senza seguire gli altri.
Qualcuno di noi ha sbagliato qualcosa, non c'è altra spiegazione.
Ci siamo dimenticati cosa siano l'educazione e il rispetto. Non abbiamo tenuto a mente che la nostra libertà finisce dove comincia quella di un'altro e che per nessun motivo dobbiamo sentirci superiori. Non abbiamo ragionato sulla necessità di conoscere il sacrificio, sul piacere di guadagnarsi le cose senza strapparle di mano ad un altro. Ci siamo dimenticati il piacere di vivere ogni momento intensamente senza bisogno di troppo aiuto. Il piacere di vivere...

1 commento:

fabiana ha detto...

Non avevo letto questo tuo post, quando ieri ho scritto il mio.
Non posso che sottoscriverti.