15.3.14

Ombre

Ci sono aspetti di noi che non vogliamo considerare.
I lati oscuri e quelli nascosti, quelli che ci siamo preclusi per sopravvivere alla vita. Quelli che nemmeno a cercarli seriamente riusciamo a vedere.
Ho sempre pensato che la brutta storia dell'87, che mi sono ben nascosta per anni, avesse condizionato la mia vita a sufficienza. Però qualcosa continua a non quadrare nella mia testa. Domande...
Perché non ho ricordi di me come bimba gioiosa?
Perché ho immagini solo da una certa età in poi e comunque in quello che vedo di me non sono mai felice? Sono emozionata, spaventata, consapevole, giocosa, arrabbiata, meditabonda. Mai felice. E da sempre ricordo di aver "pensato troppo". Di aver sempre calcolato il modo giusto di comportarmi, di reagire, di essermi posta domande importanti fin dalla più tenera età.
Perché ogni volta che mi parlano dell'infanzia come di un periodo meraviglioso a me vengono le madonne?
Perché ho sempre avuto l'idea di essere una bimba diversa?
Perché a dieci anni pensavo che la morte non fosse una cosa così spaventosa?
Perché ci sono milioni di cose che nella mia famiglia non si dicevano? Pochi aneddoti, poco dialogo, poco oltre a note dolorose giunte da mia mamma negli anni - l'alcolismo e la depressione della nonna, le botte, l'esaurimento, le fughe... - e qualche ricordo vago.
E poi, ancora...
I lati oscuri. Quanto sono legati a ciò che non vogliamo sapere di noi? Quanto a quello che già sappiamo aver influito a nostra insaputa?
Perché se di sicuro certe cose lavorano sottopelle, certo quelle di cui noi stessi ci vergognamo lavorano ancora più in profondità, visto che ci sono.
Quello che tempo fa intendevo parlando della complicità naturale tra vittima e carnefice si fa ancora più chiaro. Non ho mai inteso che in qualche modo le vittime cerchino il loro carnefice, ma so che sono legate da una necessità e quando si incontrano non c'è modo di evitare che le cose prendano una certa direzione. Anche se uno si rende conto di quello che capita, quello capita comunque. Non se ne esce se non dopo che le evoluzioni ci sono state. Fino a quando deve esserci, quella complicità ci sarà.
E i desideri, quelli profondi. Quelli che a volte non riconosciamo ma che anche lavorano sotto pelle. Desideri e fantasie che scavano in noi senza sosta.
Quelle che creano il vuoto, i vuoti che non riusciamo a riempire mai.
Quelli, da dove arrivano?
Quelli che non ci fanno dormire di notte...
Quelli che non sappiamo se vogliamo vedere realizzati.
Quelli che a volte facciamo di tutto per non realizzare.

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