7.10.15

Scelte

Si chiacchierava qualche giorno fa con il mio contatto qui sul pianeta: Cristiana.
Se per caso rischiassi di cominciare a tirarmela, lei sarebbe lì a sfancularmi talmente tanto che proverei vergogna di me e tornerei ad abbassare la cresta, quindi ogni tanto - se non ha i nipotini o una biblioteca, o lo sbarco degli alieni a Trento - mi faccio dare una pettinata giusto per capire se sono ancora sana. Ok, la prima volta che mi ha telefonato - pure per sbaglio - mi ha detto che il mio romanzo sembra un diario: senza trama e assai confuso. Ha aggiunto che è scritto bene e che - una volta compreso che l'intento nello scriverlo era giusto quello di farlo sembrare un diario, senza colpi di scena e con un solo morto - tutto sommato non era male. Siccome non mi sono offesa, anzi, ho trovato meraviglioso conoscerla così, senza quel timore che noi scrittori abbiamo tra noi a dirci che quel che scriviamo è una ciofeca, da quel momento l'ho adottata come sistema anti-cazzata. Non quelle grosse, quelle le faccio sempre e comunque o mi manca il sale della vita; giusto quelle da scrittore. 
Dunque dicevo che qualche giorno fa chiacchieravo con lei. Di recensioni farlocche, di case editrici farlocche, di autrici farlocche e del nostro essere per un "brevissimo" suo e per buona parte della mia produzione nella stessa scuderia. Che continua a essere la mia casa editrice, anche se in mille mi dicono che per avere un editore piccolo tanto vale auto-pubblicarsi.
Non so, a me la cosa dell'auto-pubblicazione pare poco adatta alle mie corde. Non penso di poter fare editing, bozze, impaginazione, copertina e marketing scrivendo al contempo altra "roba". Non sono brava in tutto, preferisco che a occuparsi di buona parte di questi aspetti sia un professionista. Questo come base. Sul perché abbia scelto Lettere Animate posso dire che soprattutto è perché mi trattano bene: rispondono rapidamente, sono disponibili quasi 24 ore su 24, pagano, mi forniscono un report mensile delle vendite e dei miei lauti guadagni, mi mandano una newsletter settimanale con progetti e trucchi di cui non approfitto granché.
Certo, è un editore digitale con la possibilità del cartaceo su ordinazione. Non sarò mai in libreria con il mio romanzo (i miei,prossimamente), non avrò una pubblicità enorme, non fanno editing - questa è una delle cose che più mi pesa - e della casa editrice si parla male a volontà. Certo, mi piacerebbe che ci fosse una maggiore selezione, ma non è che altrove funzioni meglio. 
Ho comunque una percentuale maggiore che con qualsiasi contratto abbia mai letto, non mi chiedono di cedere i diritti per duemila anni e sono libera di presentare i miei prossimi lavori a chi voglio. Nessuna penale, nessun limite, tanta cortesia.
La concorrenza resta tanta, ormai non c'è grossa differenza tra i "prodotti" dei big e quelli delle piccole realtà. Ci sono speranze e prospettive differenti. Tanto vale provarci...

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