3.8.11

A photograph of you (five years is a long time)

La ragazza con l'anima nera si guardò attorno. Aveva accettato l'invito del vampiro che aveva frequentato un tempo, una di quelle serate piene di ricordi e sottile nostalgia, e che svogliatamente come un tempo ora frequentava di nuovo. Una storia di passaggio come altre, uscendo da una relazione complicata e avendo perso l'unico uomo che avesse mai amato fino ad allora. Ma l'idea era stata del cantante. Gli era sembrato bello rivedersi, dopo i cinque anni passati e soprattutto dopo essere stato lui a suggerire al vampiro di richiamare quella ragazza.
Ora stavano entrando, lei e il vampiro, in un cortile del centro. Camminarono sul selciato scomodo fino a un portone dall'altra parte del cortile, salirono delle scale buie e odorose di muffa e bussarono a una porta al primo piano che sembrava fatta per gli abitanti di Lilliput.
Il cantante aprì la porta, sorridendo. Non era più l'adolescente morbido di un tempo, eppure i suoi occhi continuavano a mostrare la stessa sognante dolcezza. Jeans neri, una camicia grigia a righe tono su tono, un laccio scuro al collo, bracciali in pelle nera, i capelli scuri e mossi domati da una noce di gel e un pizzo intorno alle labbra ben disegnate. Anche il vampiro sfoggiava un pizzetto, in quel periodo, ma i suoi capelli erano lunghi e lisci. Certo non aveva il fisico del suo amico. Tra i due quello che si era arrotondato era lui.
La ragazza sembrava ancora più bella di prima, più matura, più bionda e più pensierosa.
Non sembrava felice.
Quando infine si decisero a entrare, il cantante li fece sedere su un divano e una poltrona, mentre lui ne occupava un'altra. Offrì birra fredda al punto giusto e del fumo al suo amico, ben sapendo che lei non avrebbe partecipato. Partì la sfilza dei ricordi, dei racconti dettagliati di ogni anno, di ogni avventura, ogni cosa.
Il cantante parlò di una vita parallela, notturna, che lo stava consumando. Ne andava fiero, da una parte. Dall'altra sembrava quasi che volesse parlarne per esorcizzarla. Se ne vantava, ma con gli occhi reclamava una vita diversa, un amore diverso.
La ragazza lo guardava con un velo di dispiacere. Come se fosse colpa sua. Essere lì ad assistere cominciò a sembrarle una tortura, mentre il vampiro non faceva una piega. Lui, svaccato sul divano, continuava a bere e fumare senza sosta, quasi senza ascoltare. Il cantante aveva anche smesso di rivolgersi a lui mentre parlava, ma pur amando i suoi occhi verdi la ragazza sapeva che lui non avrebbe avuto scampo.
Guardandolo non potè fare a meno di desiderarlo ancora, in un modo più fisico rispetto a cinque anni prima, sapendo che quello era il modo con cui il suo affetto a volte trovava una via. Ma non c'era modo di cambiare le cose. Aveva scelto il vampiro, sebbene fosse stata una scelta casuale. Se il cantante l'avesse chiamata, lei non avrebbe avuto dubbi. Ma non l'aveva mai fatto in quei cinque anni. E cinque anni sono tanti. Erano cambiati tutti e tre. Non c'era modo di aggiustare le loro vite, nessuna delle tre. Ognuno aveva il suo segreto, ognuno il suo dolore e il modo personale di risolverlo. A volte quello sbagliato.
Spesso.

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