6.4.20

Nessuno, centomila, ma non quell'uno...



"Noi non siamo chi siamo", ripete incessantemente lo scienziato nell'episodio dal titolo Morte tra i ghiacci, nella prima stagione degli X-Files.
Al di là dei risvolti fantascientifici, la domanda su chi siamo in realtà è forse una delle più interessanti che possiamo porci.
Possiamo dire che siamo una persona diversa per ciascuna delle nostre conoscenze, che ciascuno tenderà non solo a vedere in noi solo quello che desidera vedere (che sia un pregio, un difetto, una necessità, qualche segno) ma anche a proiettarci addosso la propria fantasia.
Così diventiamo fanciulle indifese, persone terribili o dee di bellezza inusitata a seconda di chi ci osserva, senza peraltro essere nessuna di queste cose - o tutte insieme.

Oggi i social rendono ancora più complicata la faccenda. In una perenne ricerca di consenso, alcuni tendono a mostrare solo il meglio - foto ritoccate, premi vinti, attestati di virtù e qualità - altri a esibire il proprio lato tragico, altri il proprio successo spropositato. Nessuno però è solo ciò che mostra e pensare di conoscere una persona perché posta solo selfie sorridenti su Instagram o perché a volte esprime una lamentela su Facebook è quantomeno fuorviante.
Scegliamo quotidianamente cosa mettere in piazza e cosa no. A volte ciò che scriviamo è dettato da un'urgenza personale, altre volte riflette i pensieri che vorremmo far valutare ad altri, oppure ancora è solo la milionesima parte di ciò che stiamo vivendo.

Spesso mi capita di usare grandi parole per piccole cose, perché giocare con le parole è in qualche modo uno dei mestieri che mi sono scelta. Quando invece c'è qualcosa di grande (buono o cattivo che sia) è possibile che io non usi le parole ma la musica, la danza, il colore. Perché dolore e felicità non sempre si possono dire. E nemmeno leggere in uno sguardo.
Le nostre vite sono così complesse, a volte, che i momenti più difficili sono anche i più felici. Momenti in cui sappiamo che la nostra felicità avrà un prezzo, ma per quante siano le difficoltà è proprio lì che vogliamo andare e per quanto tutto ci spaventi, dentro lo sappiamo quale sarà la ricompensa.
Ma è difficile intuire la vita di qualcuno da due foto ritoccate e da un paio di post su Facebook, troppo facile appioppare ad altri le proprie facili conclusioni e fare commenti inopportuni. Perché per quanto pensiamo di conoscere una persona ci saranno sempre mille cose di lei che non sapremo mai e che non sappiamo neanche se ci viviamo insieme.

Siamo ognuno un pianeta a parte, controllato dalle stesse forze e composto degli stessi atomi in quantità diverse. Siamo interconnessi ma non per questo uguali, ognuno con la sua storia addosso e con un modo diverso di interpretare i segni. Fin troppo facile affibbiare a ciascuno i nostri stessi modi. Pensare che una persona sia come ce la siamo dipinta è molto più facile di quanto pensiamo. E da lì far scaturire un giudizio è altrettanto semplice.



Eppure ancora, nonostante tutto, noi pensiamo di avere un'immagine unica e univoca. Pensiamo di essere uno. Quell'uno lì, non un altro. Mentre l'altro a volte ci pare nessuno.
In realtà siamo tutti centomila. Poco da fare.
Ce ne accorgiamo quando all'improvviso le persone che abbiamo accanto non sono più come le vedevamo, quando ci danno etichette invece di guardarci e accettare l'insieme. Come se le etichette che ci diamo, la classificazione con cui ci semplifichiamo la vita, fossero realmente applicabili alla vita...


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