12.8.16

Le relazioni pericolose - Singolare femminile 4

Certe volte il luogo più sicuro è quello in cui corriamo più rischi.
Questo ci è molto chiaro quando sentiamo parlare di femminicidio, di violenza domestica o cose simili. Ci è meno chiaro se sentiamo parlare di violenza psicologica, anche se molte persone ormai conoscono la portata di questo problema.


Certe volte il luogo più sicuro è quello in cui corriamo più rischi.
Sembra assurdo se paragonato a ciò che ho scritto prima, ma non è solo la violenza il pericolo che corriamo. Non parlo come donna ma come essere umano, perché le relazioni pericolose di cui voglio parlare sono normalissime relazioni, perlopiù sentimentali.



A cena discutevamo di come a volte per proteggerci creiamo dei muri che diventano prigioni. Una corazza, come a volte sono i chilogrammi di troppo, per difenderci dal mondo circostante. Utile, certo, nei momenti di difficoltà. Quando siamo feriti o depressi, quando abbiamo bisogno di limitare i danni per ripartire. Allora quelle difese servono, come le menzogne che raccontiamo a noi stessi per poterci perdonare un giorno. Perché non ci sentiamo all'altezza delle nostre o altrui aspettative, perché non abbiamo rispettato il nostro codice, perché non siamo stati abbastanza "vincenti".

Non sono però le relazioni che vanno male, quelle più pericolose. A volte sono quelle che funzionano a essere le più dannose. Sembra assurdo. Quelle che vanno male ci feriscono, torturano, ci fanno piangere e impazzire. Ci fanno passare ore a discutere con amiche o amici ma ci fanno crescere. Ci fanno crescere sempre. E questo non è mai un male.
Quelle pericolose sono invece più subdole. Sono quelle che ci fanno sentire al sicuro, sistemati e a posto. Tranquilli. Quelle che ci addormentano i sensi e la volontà, che in cambio di quella pace fittizia ci toglie ogni stimolo a crescere.
Quella calma che ci fa stare bene così, che non ci spinge a migliorarci, che non ci mostra i nostri difetti se non nelle parole dell'altro, perché di solito in queste gabbie ci si finisce in due. E si fa di tutto per mantenere quell'equilibrio così comodo e così rassicurante, tanto che ci si scorda qualsiasi necessità. Ci si adatta, ci si adegua, ci si muore in modo silenzioso.

Le relazioni pericolose ci intrappolano in un paradiso artificiale di sabbie mobili che se da una parte ci proteggono da qualsiasi possibilità di rischio, dall'altra ci tolgono la passione e la propensione al sogno. E senza sogni ci limitiamo a vegetare, sicuri dentro alle nostre mura difensive, fino a una morte opaca per carenza di stimoli. Perché se è vero che le passioni forti finiscono per logorarti, è anche vero che senza passione non si cambia e non si cresce, non ci si scopre altro da ciò che gli altri ci hanno sempre rimandato, non si vive.

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