19.9.12

L'uomo con la cicatrice attraversò lo spiazzo senza guardare. I capelli appena scossi dal vento, lo sguardo deciso, i jeans un poco lenti sul fondoschiena e una maglietta rosso fuoco tirata sul torace ampio e stretta sui bicipiti. Stava andando a parlare con quell'uomo seduto al bar da oltre un'ora apparentemente perso nei suoi pensieri, ma attento a ogni movimento dei dintorni. C'era qualcosa di
losco in lui, come una patina d'unto che si portava dietro senza aver mai saltato una doccia.
Senza esitare un istante, l'uomo con la cicatrice si mise a sedere sulla sedia accanto all'altro, chinandosi su di lui per trasmettergli il messaggio che era venuto a portare. Poi riprese una posizione normale, fece spuntare da chissà dove un pacchetto di sigarette e se ne accese una, il tutto prima che il cameriere del bar si accorgesse di lui. Ordinò un caffè, attendendo una risposta dal suo interlocutore.
Niente zucchero, un sorso amaro e potente prima di andarsene. L'uomo venuto dal mare aveva dato la sua risposta. Era un no.

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