25.4.12

Piccolo esperimento


Quando siete pronti cliccate per avviare il video e preparatevi a imaginare quel che segue, leggendolo piano, con la musica.
Immaginate il buio, la notte in una città enorme. Immaginate le scene rallentate, colori freddi perlopiù. Neri, grigi, blu e qualche tocco di colore più vivace. Neon, maniglie, una H dipinta sul tetto di un grattacielo. Un elicottero scuro si avvicina, resta sospeso sulla H, poi si posa delicatamente.
Uomini in uniforme scendono dall'elicottero. Sono in tenuta da combattimento nera, con armi pronte alla mano. Si sparpagliano sul tetto, entrano uno a uno dall'unica porta visibile. Scendono le scale attenti a coprirsi l'un l'altro.
Contemporaneamente una seconda squadra smonta da un paio di furgoni scuri nella strada sottostante. Stesso abbigliamento, stesse armi. Salgono le scale. Luce pallida che illumina ogni piano.
Le due squadre si incontrano allo stesso pianerottolo e lanciano fumogeni attraverso una porta prima di irrompere nel locale della festa. Scatta l'allarme antincendio. Viene dato il segnale. Gli uomini entrano.
Tutto è bianco.
Nella confusione si vede gente smettere di ballare, ci sono camerieri che lasciano cadere i loro vassoi e tavoli imbanditi sul fondo della sala. Uomini e donne si fermano spaventati.
La gente tossisce confusa e chiede aiuto agli uomini vestiti di nero che sembrano essere giunti apposta per salvarli. Uno ad uno vengono controllati e fatti uscire, mentre parte della squadra prosegue nei corridoi.
Il fumo sembra tinto d'ambra mentre gli uomini raggiungono il fondo di un corridoio.
Un uomo li dirige, correndo avanti con loro, mitraglietta alla mano. Ha i capelli corti e scuri ma si vede comunque che sono mossi, il viso ovale, la barba incolta e gli occhi verdi che scandagliano il corridoio.
Mentre la squadra entra nell'ultima sala il fumo si dirada lentamente.
Una massa di figure scure sta al centro della sala, apparentemente senza interesse per i nuovi venuti. Guardano tutti verso il centro della stanza, mentre tutto intorno a loro ci sono persone immobili. Chi sui divanetti, chi sul pavimento, alcuni riversi su di un tavolo da biliardo. Non propriamente privi di coscienza.
Lo sguardo del capo della squadra segue la scena così come la stanno vedendo i mostri davanti a loro.
Essi sono tutti egualmente calvi e pallidi, magri tanto da sembrare teschi. Indossano una specie di abito nero a metà tra il pigiama e l'uniforme. Hanno occhi animali, neri e privi di ciglia. Solo quello al centro sembra differente, quello che guardano tutti.
Ha una bella camicia aperta sul petto muscoloso, capelli neri folti e lunghi che gli incorniciano il volto, un colorito roseo e normalissimi occhi umani.
Tra le sue braccia tiene una vittima, dolcemente ma con fermezza.
Una ragazza con lunghi capelli castani si dimena per liberarsi dalla presa dell'uomo. Lotta mentre tutte le creature presenti cominciano a muoversi per scappare o per difendersi.
I soldati ingaggiano battaglia con i mostri.
Finalmente l'uomo al centro della sala alza gli occhi dalla donna che cerca di tenere con se e fa una smorfia. Perde la presa. Lei si libera e cade a terra scalciando. Si allontana come può, senza voltare le spalle all'uomo che la teneva. Usa le gambe per spingersi sul pavimento mentre le mani fanno presa sulla moquette dietro di lei. Non riesce a smettere di guardarlo. Non grida nemmeno. L'uomo praticamente svanisce nel caos.
Arrivata a una distanza accettabile da dove era caduta tenta di alzarsi, ma non ce la fa. Crolla a ogni tentativo.
Uno dei soldati la soccorre e le inietta una sostanza nel collo mentre attorno a loro alcuni uomini combattono con gli esseri che occupavano la stanza. La ragazza sviene e resta sul pavimento. Nessuno la calpesta.
Nè i soldati, nè i mostri.
Questi ultimi sono in fuga, rapidi. Quelli che non ci riescono cadono al suolo sotto i colpi degli uomini.
Dopo aver impartito gli ordini alla squadra, il loro comandante si inginocchia accanto alla ragazza e la sostiene con il braccio sinistro, ripone l'arma nella fondina e usa la mano libera per controllarle il battito. Poco dopo lei apre gli occhi e incrocia quelli di lui. Sono occhi limpidi, quelli di lei. Confusi e spaventati, ma limpidi. Non si parlano.
Lui la solleva lentamente e la porta fuori dalla stanza mentre alle loro spalle divampa l'incendio. Quello vero.

Se siete riusciti ad andare abbastanza piano, se avete osservato i dettagli pur senza conoscerli, se sentite l'odore del fumo che sale nella vostra stanza... Allora vedete quello che vedo io.

2 commenti:

Unknown ha detto...

La tua opera più suggestiva e intrigante....

PaolaClara ha detto...

E non hai letto le altre... :P