Se qualcuno mi chiedesse di immaginare la mia prossima vita io vedrei questo:
Vorrei essere ombra e cattedrale, avere radici profonde, nutrirmi della terra e danzare al soffio del vento.
Piangere lacrime di pioggia, avere il tempo di crescere e di osservare il mondo.
Non avere padrone, solo la spinta della Vita che mi possiede.
Essere Vita io stessa.
Sentire in modo diverso il tempo che passa, lasciarmi andare mentre intorno la realtà cambia. Vorrei amare il sole e sussurrare alla luna mentre tutto ondeggia frusciando.
Guardare il cielo coi piedi in terra, esserci come natura e non come pensiero.
Avere linfa, foglie e rami. Nodi e radici. Forme non umane, non inventate dalla mente.
Non vorrei altro. La calma e la pazienza del seme che cresce nonostante tutto. L'amore e la condivisione del tutto con tutto il resto.
E niente memoria, solo cicatrici sul mio tronco su cui chiunque altro possa inventare storie. Solo piccole incisioni casuali a cui affidare la mia storia, segni indelebili come i miei, ma senza il ricordo del dolore.
Solo Vita.
Piangere lacrime di pioggia, avere il tempo di crescere e di osservare il mondo.
Non avere padrone, solo la spinta della Vita che mi possiede.
Essere Vita io stessa.
Sentire in modo diverso il tempo che passa, lasciarmi andare mentre intorno la realtà cambia. Vorrei amare il sole e sussurrare alla luna mentre tutto ondeggia frusciando.
Guardare il cielo coi piedi in terra, esserci come natura e non come pensiero.
Avere linfa, foglie e rami. Nodi e radici. Forme non umane, non inventate dalla mente.
Non vorrei altro. La calma e la pazienza del seme che cresce nonostante tutto. L'amore e la condivisione del tutto con tutto il resto.
E niente memoria, solo cicatrici sul mio tronco su cui chiunque altro possa inventare storie. Solo piccole incisioni casuali a cui affidare la mia storia, segni indelebili come i miei, ma senza il ricordo del dolore.
Solo Vita.
2 commenti:
E’ l’immagine di un ficus quella che hai pubblicato.
Il ficus è pianta sacra, venerata nella tradizione buddista.
La tradizione vuole che Siddhartha, poi divenuto Buddha, stando seduto in meditazione sotto l’albero della Bodhi, abbia ricevuto l’illuminazione.
Quel ficus viene chiamato nei testi sacri con il nome di Ashwattha.
“ Quel che non resta uguale domani “.
Curioso, non trovi?
Dopo lunghe e approfondite ricerche…eccomi di fronte alla piccola incisione sul tronco, che racconta la tua di storia.
“ Qualcosa sta cambiando…”
Mi sforzo di tenere allenati tendini e adduttori, però mi sa che corro di più con la Fantasia.
un abbraccio easy :)
Lo so, Easy. In India ne ho visti di spettacolari e ho meditato una settimana a Bodhgaya con il consorte sotto all'albero del Mahabodhi Temple aspettando di raccoglierne qualche foglia.
Sono piante dall'estetica spettacolare, quasi commovente.
In quanto a correre con la fantasia... ;P
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